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UN SINDACATO ROSSO PER SILVIO

 

Rossa, rossissima la Fiom, proprio come le bandiere che garrivano in piazza S.Giovanni. Eppure – sotto il profilo politico – viene da domandarsi se non sia “gialla”, cioè se non faccia il gioco di Silvio Berlusconi aiutandolo a mantenere una maggioranza di consensi e quindi la guida del Paese.

E’ una preoccupazione che hanno espresso sia Casini che i riformisti del Pd. Posto che sia la vasta area moderata di centro, nella sua oscillazione elettorale, ad aggiudicare la vittoria a questo o all’altro schieramento, al centrodestra o al centrosinistra, come reagirà quest’area allo spettacolo di sabato pomeriggio a Roma?

Casini, Enrico Letta, Bersani (?) e Rutelli temono che di fronte alle bandiere rosse al vento, a certe parole d’ordine vibranti, a slogans da scontro sociale anni Settanta, i moderati trovino più rassicurante il Cavaliere (non ostante la Lega). Forse lo teme lo stesso Epifani che, sulla scelta dello sciopero generale, è sembrato più costretto che convinto…

Non paga cavalcare il radicalismo sociale perchè non ti permette di arrivare a governare il Paese. (Così come, se l’obiettivo è quello di governare il Paese e non solo alcune grandi Regioni del Nord, non paga nemmeno cavalcare il radicalismo territoriale. Ed in questo senso sarebbe perdente la candidatura a premier di un leghista).

Casini, Letta, Rutelli, Bersani (?) vogliono appunto governare il Paese al posto di Berlusconi, e per questo avrebbero preferito che la Fiom non fosse scesa in piazza sabato scorso. Diverso è l’obiettivo di un Di Pietro, inimmaginabile in versione governativa, dunque proteso a conquistare più consensi possibile alzando più possibile i toni (la sua preoccupazione è che Grillo non lo scavalchi sui toni).

Diverso è l’obiettivo della stessa Fiom, che vuol diventare, che già è, la punta di diamante del sindacalismo più radicale. Naturale dunque che cavalchi lo scontento per la crisi, la disoccupazione e il declinante potere d’acquisto dei salari. Anche se, va aggiunto, può farlo per l’arretratezza culturale di una sinistra italiana lascia ancora credere a…Gesù bambino: cioè che esista un’alternativa (di lotta) all’accordo tra capitale e lavoro.

Ma queste sono già altre valutazioni. Restiamo al dunque, cioè al risultato politico della grande manifestazione di sabato a piazza S. Giovanni: è stato un colpo di maglio al governo Berlusconi o ha contribuito a tenere in sella un Cavaliere traballante?

 

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