E Mara Carfagna si trasforma nella “casta diva” della politica italiana. Ma non era diventata ministro solo grazie – Paolo Guzzanti dixit – alla mignottocrazia? E non era sua figlia (di Guizzanti), Sabrina, ad urlare a piazza Navona tra un uragano di applausi: “ A me non me ne frega niente della vita sessuale di Berlusconi: Ma tu non puoi mettere alle Pari opportunità una che sta lì solo perchè t’ha succhiato l’uccello!”? (Questo è parlar chiaro e forbito. Altrochè le banalità delle barzellette del Cavaliere sulla Bindi che sarebbe “più bella che intelligente”…)
Oggi, improvvisamente, la Mara-Lewinski si transustanzia in casta diva. Anzi in coraggiosa testimone del marcio della politica italiana nell’era di Berlusconi. Scrive infatti il vicedirettore di Repubblica Massimo Giannini: “Su questo abisso politico e morale, ha aperto una finestra Mara Carfagna. Con l’annuncio delle sue dimissioni mostra agli italiani la nudità del potere e, di riflesso, la caducità del governo”.
Parlando di lei ora l’eloquio si innalza, l’enfasi cresce; siamo quasi ad una riscrittura dei Sepolcri in cui Foscolo attribuiva a Macchiavelli il merito di aver svelato “alle genti di che lacrime grondi e di che sangue” lo scettro del potere…
Direi che stiamo esagerando. Non perchè la Carfanga non abbia ragione a criticare il modo in cui Cosentino esercita il potere in Campania. Che immagino sia molto simile a come lo esercitava Bassolino: nel senso che chiunque voglia far politica in certe regioni o si intreccia con le cosche, che controllano il territorio, o rinuncia…
Però le caste dive non possono esistere perché la politica – stando alla celebre definizione dell’ex ministro Rino Formica – “è sangue e merda”. Lo è per tutti, non solo per qualcuno, Lo è anche per chi mira a sostituirsi a Cosentino nel Pdl campano…
Tanto entusiamo per Mara è dovuto, sembra evidente, al fatto che minaccia di aprire una nuova crepa all’interno del Pdl. Un po’ un Fini in sedicesimi. Quel Fini che, da fascista che era, oggi viene presentato come leader della moderna destra europa, incarnata su legalità e senso dello stato. E, non a caso, anche le donne di Fini, l’Elisabetta (già amante di Gaucci) e l’ex moglie Daniela Di Sotto (già borgatara romana, tifosa scatenata della Lazio) diventano pure loro dive caste ed eleganti e raffinate…
Intendiamoci. Il sangue e merda della politica comprende da sempre il ricorso a questi mezzi: utilizzi, esalti e apprezzi chi serve a mettere in crisi il tuo avversario. Lo ha fatto anche il centrodestra con Clemente Mastella; che fece cadere Prodi e fu premiato con un seggio al Parlamento europeo. Ma, se non altro, Feltri ha evitato di scrivere che il buon Clemente era diventato un intellettuale della Magna Grecia…
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