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USO E ABUSO DEL CORPO DELLA DONNA

 

 

Capisco le donne di centrosinistra che hanno dato avvio alla campagna contro Berlusconi, e la scarsa considerazione che avrebbe della donna vista solo come oggetto del suo desiderio; campagna all’insegna dello slogan “non siamo bambole”. Capisco che l’Unità raccolga centinaia di loro firme sdegnate per questo abuso del corpo femminile.

Non capisco però perché la stessa Unità, quando ha avuto bisogno di una campagna promozionale, non abbia messo il giornale in tasca a Rita Levi Montalcini o a Margherita Hack, e l’abbia invece ficcato nella gonna jeans, sul lato B, di una bella bambolona…

Capisco questi fondi sdegnati che leggo su tanti quotidiani, sdegnati contro la mercificazione del corpo della donna. Ma non capisco come gli stessi quotidiani possano continuare ad ospitare paginate intere di pubblicità affidata a donne discinte, e paginate di annuncini a pagamento delle escort.

Berlusconi cantava ancora sulle navi da crociera assieme a Confalonieri quando, alla fine degli anni Sessanta, l’Espresso e Panorama – autorevolissimi settimanale di politica e attualità – cominciarono a mettere la gnocca in copertina per vendere qualche copia in più. Che sia cominciato allora e con loro l’uso e l’abuso del corpo femminile?

Capisco e condivido tutte le battaglie per la liberazione della donna, perchè credo che la libertà di decidere della propria vita sia il primo diritto di ogni essere umano. Ma non capisco questo scandalo, questa riprovazione, se poi certe donne fanno della libertà un uso che non condividiamo o che ci sembra poco consono.

Libera ognuna di decidere della propria vita e del proprio corpo. Libere di fare le dame di carità, le professoresse, le commesse, le modelle o le prostitute. O dobbiamo forse avviare ai campi di rieducazione morale quelle che hanno scelto di andare a cena ad Arcore?

Credo che dobbiamo respingere solo la costrizione: è inaccettabile che una donna sia costretta a concedersi a qualcuno (Silvio compreso) così come è inaccettabile che sia costretta a restare chiusa in casa sotto il burqua.

Capisco lo sdegno per l’abuso del corpo, non capisco l’indifferenza per l’abuso del cervello che avveniva correntemente quando eravamo un Paese meno orgiastico e, in compenso, avevamo gli “intellettuali organici”. I quali si vendevano nemmeno per un compenso – cosa che nobilita e giustifica la prostituzione – ma per il puro piacere di vendersi, cioè di “servire un’idea”.

Capisco gli intellettuali schierati oggi contro Berlusconi i quali, pur di giungere alla sua eliminazione politica, invocano l’intervento del Papa e dei vescovi e ricordano l’etica del cristianesimo alla quale il premier dovrebbe attenersi. Ma non capisco perché poi loro – così devoti – non tornino ad andare a messa tutte le domeniche e trascurino perfino i primi nove venerdì del mese…

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