Correndo a trovare e consolare i genitori dei quattro bambini rom morti nel rogo di Roma il presidente Napolitano ha trovato, o si è costruito, la sua Vermicino.
Credo lo ricordiate tutti Sandro Pertini che, in spolvero di telecamere e fotografi, si precipitò e seguire il dramma del piccolo Alfredino risucchiato dal pozzo. Così Napolitano non ha scelto la visita privata, ma è andato a trovare i genitori con un codazzo di cameraman e fotoreporter pronti ad immortalare la carezza presidenziale.
Non si tratta di essere insensibili alla tragedia dei quattro bambini morti. Anzi: proprio perchè quattro innocenti non possono e non devono morire così, prima di precipitarsi a consolare i genitori forse bisognava domandarsi se non ci siano anche delle responsabilità. Tant’è che la stessa procura di Roma ha aperto un procedimento per abbandono di minore…
E già. Come mai i genitori li avevano abbandonati di notte nella baracca con quel braciere ardente? A Roma ci sono forse delle agenzie per l’impiego aperte h24? Non risulta. Erano andati a chiedere la carità? Improbabile che lo avessero fatto lasciando a casa proprio quei piccoli che sono lo strumento per indurre alla pietà. Quindi cosa diavolo facevano in giro per Roma a notte fonda con i figlioletti incustoditi nella baracca?
Anche a prescindere da questa legittima domanda, è curioso che proprio il Custode della Costituzione non tenga presente che la nostra è una Repubblica fondata sul lavoro. Non fondata sull’accattonaggio, né sul nomadismo. I diritti derivano dal dovere di lavorare. O valgono a prescindere? Se è così la casa decorosa dobbiamo garantirla a tutti, rom e non rom, a Roma e in Italia e nel mondo. Paga il Quirinale col taglio (meno 6%) delle sue spese o paghiamo noi cittadini (che la casa l’abbiamo in proprietà o in affitto grazie al nostro lavoro) con un surplus di tasse?
Ho avuto il piacere di conoscere un operaio moldavo che, arrivato in Veneto nel 2002, per due anni e mezzo ha lavorato per un impresa edile che lo pagava 40 euro al giorno qualunque fosse l’orario richiesto, mai inferiore alle otto ore. Lui aveva trovato una stanza in città, i cantieri erano in provincia e ogni giorno, sabato compreso, li raggiungeva in bicicletta, 30 chilometri andare e 30 tornare, risparmiando così sui biglietti dell’autobus urbano ed extraurbano che avrebbe dovuto prendere. La domenica, sempre in bicicletta, andava a fare il giardiniere in una villa dove la sorella e il marito erano custodi.
Così si è sistemato, ha aperto una sua azienda artigiana, si è sposato ed ha cominciato ad avere figli solo quando poteva mantenerli e garantire loro una vita decente. Altroché baracche e bracieri…
Sono questi gli esempi da additare alla nazione (anche con visite presidenziali) o dobbiamo sentirci il colpa perché non garantiamo abitazioni civili ai rom?
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