Viene un dubbio: ma è la realtà quella che vedo oppure sto assistendo ad un film di Totò? Dubbio legittimato dal fatto che un fenomeno epocale e complesso come quello dell’immigrazione continua ad essere gestito alla Totò. E, se c’è un Totò italiano, che chiamiamo Berlusconi o Maroni, sia chiaro che n’è anche uno francese che risponde al nome di Nocolas Sarkozy.
La situazione l’ha fotografata Avvenire, il quotidiano dei vescovi, con il titolo di oggi in prima pagina: “Migra anche l’emergenza”. Sintesi perfetta: invece di provare a fronteggiare prima e risolvere poi l’emergenza, ci limitiamo a spostarla. A Farla migrare da Lampedusa a Manduria a Mineo a Ventimiglia a Trieste, nei vari siti dove stiamo allestendo tendopoli.
La “strategia” dei Totò italiani è quella messa in atto a Manduria, dove due terzi dei tunisini sono già sciamati via dalla tendopoli: lasciarne scappare il più possibile sperando che migrino spontaneamente all’estero, cioè in Francia. (Magari è l’unica strategia possibile per il Paese di Totò: dovessimo identificarli uno a uno, per distinguere i clandestini dai profughi, ci vorrebbero mesi ed anni. Probabilmente dovremmo assumere un paio di pubblici dipendenti per ogni immigrato per sbrigare le pratiche…Quindi meglio lasciar perdere…Il che non toglie che sia una strategia da Totò)
Se non che ci troviamo a fare i conti con i Totò di Sarkozy, ossia con quei poliziotti francesi che si inventano ogni pretesto per rispedire a Ventimiglia i tunisini che cercano di passare il confine. Ogni pretesto: nel senso che se non trovano la prova – biglietto ferroviario o scontrino di un bar – che provengono dall’Italia, sono loro, i flic, a mettergliela in tasca per poterli rispedire indietro.
Ma anche questa di Sarkozy è una strategia da Totò: perchè in un modo o nell’altro alla fine i tunisini passano, e anche la Fancia si troverà in emergenza.
Quando straripa un fiume, anzitutto costruisci un nuovo argine per fermare le acque; e solo dopo pensi con calma alle misure strutturali per evitare che la catastrofe si ripeta. Così oggi – altro che bombardare la Libia, col solo effetto di far crollare anche quell’argine! – Francia, Italia e Spagna dovrebbero di comune accordo schierare le flotte per fermare anzitutto l’ondata di piena che arriva dalla Quarta Sponda. Aspettare che si stabilizzino i governi dei Paesi nord africani, e poi ragionare sulle misure strutturali da adottare.
Invece la gestione è lasciata in mano a Totò, con l’unico risultato che “Migra anche l’emergenza”.
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