Di fronte all’emergenza dei clandestini tunisini sta passando la linea Maroni. Mi vien da dire che vince Maroni, l’italiano. Nel senso che è lui il più consapevole che siamo il Paese che siamo, che è inutile scambiare i sogni con la realtà. E l’unica realtà possibile, l’unica soluzione all’italiana, è appunto quella che il ministro degli interni predica da tempo e che oggi è stata accetta: diamo permessi di soggiorno temporanei e speriamo che servano per farne andare la gran parte in Francia.
Capisco che le soluzioni serie dovevano essere altre ed essere prese a monte. Cominciando da un blocco navale che fermasse all’origine l’esodo verso le nostre coste. Ma – anche ammesso di avere una marina militare capace di attuarlo – facciamo finta di non sapere quale sarebbe stata la reazione delle Caritas e dell’esercito di solidaristi (a costo zero)?
Ci vuole tanto ad immaginare le loro grida di sdegno e di dolore? “Siete barbari, siete crudeli! Sono dei poveri disperati, dobbiamo accoglierli! Ma come si fa a rispedirli indietro verso morte certa!?”. Non si è mai visto nella storia una marina militare impegnata a soccorrere in mare gli invasori, invece che a respingerli…E, non ostante questo, se qualche barcone fa naufragio sembra che sia colpa nostra e non delle mafie tunisine, non dei mercanti di morte, che li sbattono in mare su carrette decrepite e strapiene.
Sarebbe giusto, serio e ragionevole attuare il blocco navale. Ma è impensabile perché siamo l’Italia.
Sarebbe giusto serio e ragionevole riunire i clandestini – gli invasori, chiamiamoli con il loro vero nome! – che sono sbarcati illegalmente sulle nostre coste; riunirli in luoghi chiusi e vigilati per poterli identificare ed espellere. Invece scappano via, non solo dalle tendopoli di Manduria ma anche dai centri di identificazione ed espulsione. Basti vedere com’è ridotto l’unico Cie del triveneto, quello di Gradisca: distrutto e sbrindellato dai clandestini impuniti.
E cosa dovrebbero fare i poliziotti? Usare il manganello, ricorrere alla forza, intimare l’alt e sparare, in un Paese – Genova insegna – che è pronto a processarli in tribunale e sulle pagine dei giornali progressisti? I nostri tutori dell’ordine non sono né scemi né eroi, e quindi si voltano dall’altra parte e lasciano mano libera ai delinquenti stranieri che sciamano via.
Può piacere oppure no, ma questa è l’Italia in cui si trova ad operare il ministro degli Interni. E cosa deve fare il buon Maroni? Immaginarsi il Paese che non c’è? Lanciare i vani proclami di certi proto-leghisti “Nessun clandestino al Nord, nessuno in Veneto!” (Che tanto, come ha spiegato Flavio Tosi, ci vengono comunque attirati dal tessuto socioeconomico anche se non fai le tendopoli…).
I tunisini sono arrivati perchè non puoi fare il blocco navale. Una volta arrivati vanno dove vogliono perché non puoi né contenerli né vigilarli. Quindi non resta che facilitare l’esodo verso il loro approdo preferito: dando a tutti un bel permesso di soggiorno temporaneo e sperando che tutti o quasi se ne vadano al più presto in Francia.
Sarà una soluzione all’italiana; ma siamo in Italia, appunto, e pensare a soluzioni diverse è solo velleitario.
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