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SE 26 MILA VI SEMBRAN POCHI

“Se otto ore vi sembran poche\ provate voi e lavorare\ e capirete la differenza\ tra lavorare e comandare”. Così cantavano all’inizio del secolo scorso, rivolti ai padroni, i sindacati che si battevano per ottenere la settimana lavorativa di 48 ore (8 ore al giorno per sei giorni la settimana).

“Se 26 mila tunisini vi sembrano pochi, provate a prenderveli a Parigi o a Berlino o a Bruxelles, e capirete la differenza tra predicare e praticare la convivenza con i clandestini”. Così potremmo cantarla oggi ai nostri “padroni” della Ue, secondo i quali i migranti arrivati fin’ora sono troppo pochi per poter derogare a Schengen e aprire le frontiere. (L’emergenza umanitaria quando scatta? A centomila? A un milione? A dieci milioni di sbarchi? E se l’Italia va già in crisi con 26 mila cosa deve fare? Suicidarsi?…)

Ma per cantargliela bisognerebbe non avere timori reverenziali e, soprattutto, bisognerebbe avere un reale potere contrattuale e la determinazione ad utilizzarlo. Sembra infatti del tutto inutile andare ad un negoziato europeo chiedendo comprensione e aiuto. Perché si tratta, e si ottiene qualcosa, solo se hai la forza (delle minacce) per ottenerlo.

Siamo per quantità, dopo Germania e Francia, il terzo Paese per contributi versati al fondo comune della cassa europea. Mentre siamo in fondo alla classifica quanto ad erogazione dei fondi dalla stessa cassa comune. (Per capirci, un po’ come i veneti che pagano molte tasse allo stato centrale e ricevono ben pochi trasferimenti…). Minacciare la sospensione di questa contribuzione parrebbe una misura molto efficace e persuasiva.

Ma possiamo permetterci una simile minaccia o sarebbe troppo rischioso? Non lo so. Ma direi che il governo avrebbe il dovere di spiegarcelo.

Intanto il Corriere ci racconta che in Tunisia fino a ieri c’era il business del turismo e che oggi, sulle stesse coste, è stato sostituito dal business degli scafisti: 20 milioni di euro guadagnati in tre mesi traghettando 18 mila migranti.

Difficile non pensare che, se avessimo fermato e rispedito indietro le prime dieci carrette, il business sarebbe saltato e l’esodo verso le nostre coste sarebbe stato bloccato.

Berlusconi e Bossi potevano e dovevano permetterselo. Anche se i “padroni” europei (che oggi chiudono le loro frontiere) li avrebbero accusati di essere disumani e razzisti; anche se l’opposizione italiana avrebbe detto altrettanto. Ma i cittadini elettori (della stessa sinistra) si sarebbero spellati le mani dagli applausi.


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