Se Silvio Berlusconi fosse uno statista liberale ( e non quel pacioso post democristiano che è) al posto della stitica riformetta fiscale di cui si ciancia, attuerebbe la stessa rivoluzione del welfare che sta attuando in Gran Bretagna il premier David Cameron.
Una rivoluzione quella di Cameron talmente lontana dalla cultura politica italiana (ultimo Paese, il nostro, dove il socialismo reale è spravvissuto al crollo dell’Unione sovietica) che i media nemmeno riescono a raccontarcela. E sì che il cardine, il perno della rivoluzione è semplicissimo: rimettere i soldi in tasca al cittadino, invece che costringerlo a versarli nella casse pubbliche.
Si ottengono così due effetti precisi: si rida potere e dignità al cittadino, che non è più in balia dei cosiddetti “servitori dello Stato” che trattano lui, il cittadino, come un servo; e si migliora la qualità dei servizi, che devono migliorarsi nella competizione se vogliono che il cittadino li compri e li paghi.
Per quanto ci sforziamo di non comprenderlo (lo rifiutiamo, abbiamo il rigetto, essendo un corpo estraneo alla nostra tradizione cattolica e comunista) il meccanismo è elementare: non è più il pubblico che spende le cifre enormi prelevate con le tasse, dicendo che così garantisce “gratis” al cittadino la scuola, la mutua, la sanità e l’assistenza; il pubblico restituisce i soldi al privato cittadino che ci pensa lui a spenderli per ottenere le stesse cose dove trova più conveniente spenderli.
Perchè, se andiamo in un ottima pensione a Rimini, ci costa massimo 50 euro al giorno e veniamo trattati con mille attenzioni? Perchè il proprietario guadagna sulla nostra presenza ed ha tutto l’interesse a far sì che ritorniamo anche l’estate prossima. Perchè se andiamo in ospedale costiamo – di pura retta alberghiera, esclusa ogni prestazione sanitaria – 300 euro al giorno, alloggiati in camerate da 6-8 letti e rischiando di morire per quello che ci danno da mangiare? Perchè tutti gli addetti del servizio sanitario nazionale sono pagati a prescindere e non gliene frega niente che torniamo o meno a ricoverarci.
Perchè per un semplice prelievo di sangue aspettiamo minimo un oretta, mentre se entriamo in un negozio si precipitano subito ad offrirci le scarpe piuttosto che il televisore? Perchè nel primo caso siamo utenti, nel secondo clienti.
Non si tratta di criminalizzare i pubblici dipendenti, perchè è il meccanismo che rende quasi tutti irresponsabili e menefreghisti: se il propritario della pensione di Rimini fosse pagato a prescindere, si comporterebbe esattamente come i direttori dei ristoranti e degli alberghi pubblici della Croazia ai tempi di Tito.
Ce lo riordiamo o no che cessi erano quei pubblici esercizi statali dell’ex Juguslavia? E perchè le nostre scuole pubbliche, i nostri ospedali, le case di riposo dovrebbero essere qualcosa di diverso?
L’unico sistema per costringere il pubblico a migliorarsi è metterlo in concorrenza con gli stessi servizi offerti dal privato. Ma questo può avvenire solo se c’è il cittadino, con in soldi in tasca, che decide dove andare a spenderli in base al rapporto qualità\prezzo più vantaggioso.
L’ultima ridotta della resistenza statalista consiste nel sostenere che certi beni sono troppo preziosi – la scuola, la sanità, l’acqua – per consentire che vadano in mano ai privati. Non si vuol capire che la regola è esattamente la stessa che si tratti di jeans, di salute, di salami, di istruzione o di alberghi: sono comunque prodotti, e il privato li confeziona meglio e a costi inferiori rispetto al pubblico.
Il bene che molti di noi considerano il più prezioso di tutti, l’automobile, ci interessa forse che sia italiana o tedesca o francese o prodotta da un’azienda statale? Assolutamente no: compriamo quella che riteniamo più consona e vantaggiosa per le nostre esigenze. Facessimo lo stesso ragionamento che per l’acqua, gireremmo tutti in Alfa sud…
Tornando a Cameron, sia chiaro che per noi guardare alla sua rivoluzione è pura utopia: nell’ultimo Paese del socialismo reale tutto proseguirà come sempre continuando a peggiorare gradualmente: sempre più tasse, servizi pubblici sempre più scadenti, finchè tutto salterà in aria…
Lascia un commento