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IL “FRITOLOMANE” VA CURATO O INGABBIATO?

 A bocce ferme e col senno di poi, bisogna dire che aveva ragione Veronica Lario in quella famosa lettera a Repubblica (che diede avvio a tutto l’ambaradan) dove sosteneva che Berlusconi è malato. Malato di fritola: è il suo pensiero fisso, l’ossessione, da quando si sveglia a quando tramonta la luna.

Come il cocainomane, per procurarsi la materia prima, si circonda di personaggi ambigui e rischia di finire sotto ricatto, così capita anche al “fritolomane”. Così è capitato anche al “transomane” Piero Marrazzo. E non c’è dubbio che l’ex presidente del Lazio abbia subito un reato, sia stato vittima di carabinieri corrotti ed altri loschi personaggi.

Dovrebbe essere altrettanto chiaro che anche il fritolomane Silvio Berlusconi è vittima di chi aprofitta della sua malattia. Ma vittima sul serio, non vittima per finta come hanno escogitato gli astuti pm partenopei al solo scopo di trovare l’espediente (testimone reticente) per ingabbiarlo…

Capisco (non condivido, ma capisco) che si ritenga inabile a svolgere una funzione di governo chi è ossessionato dalla fritola, dai trans o dalla coca. Ma che c’entrano i processi e il carcere? Qualcuno ha forse pensato che andavano ingabbiati Marrazzo o Gianni Agnelli o John Kennedy (uno che, per la fritola, perdeva di vista perfino la valigetta coi codici per l’attacco nucleare…) ?

La sinistra e i progressisti in particolare hanno sempre sostenuto che i malati vanno curati; che è una bestialità propria dell’incultura di destra mettere il tossico in galera invece che mandarlo a disintossicarsi in comunità. Eppure queste toghe così illuminate nemmeno per un attimo contemplano l’ipotesi che l’erotomane Silvio possa e debba curarsi, come hanno fatto – ad esempio – il deputato americano Anthony Weiner o la stella del golf Tiger Woods. Non se ne parla: lui, il fritolomane, va messo ai ceppi e basta.

Pensava di essersi conquistata la medaglia al merito Ilda Bocassini con la trovata del processo immediato, una sorta di Norimberga dell’Olgettina..Ma i napoletani, si sa, sono più scaltri dei meneghini e l’hanno escogitata perfida: facciamo finta di credere che il Berlusca sia stato vittima di un’estorsione, lo interroghiamo come persona informata dei fatti (e quindi senza l’assistenza di avvocati), gli diamo una bella torchiatina e se tanto tanto non ci risponde a tutto, zac: lo arrestiamo come testimone reticente. E, a quel punto, tiè alla Ilda e la medaglia al merito se l’appuntano sul petto Lepore e Woodcock.

Sarebbe auspicabile un post scriptum di Veronica dove aggiunga che, oltre ai malati di fritola, ci sono anche i forsennati della pseudo giustizia. Infoiati tali e quali.

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