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SILVIO, BERSANI E L’AYATOLLAH

 

 

Dunque c’è questo Berlusconi così esuberante, nei suoi comportamenti licenziosi, che bisogna “purificare l’aria” come dice Bagnasco, cioè mandarlo a casa. Ma non siamo in Iran, e quindi non può provvedere alla bisogna l’ayatollah che siede al vertice della Cei. Può al massimo aiutare. Così come da una mano Emma Camusso Marcegaglia, oppure i pm di Napoli che quanto a licenziosità giuridica hanno pochi rivali.

Ma a mandare a casa Berluconi deve (dovrebbe) provvedere, per definizione democrtica, l’opposizione. Che invece è tanto rachitica almeno quanto il premier è esuberante ( più nel governo della “patonza” che del paese).

Bersani non è così sciocco da non sapere che continuare a ripetere “Berlusconi a casa, Berlusconi a casa!” è solo un ritornello stantio ed inconcludente. Per mandarcelo sul serio bisognerebbe costruire una concreta alternativa politica. Della serie: siamo pronti a votare Maroni premier. Che lui (e i gruppi parlamentari leghisti che controlla) magari ci stà perchè otterrebbe il doppio risultato di madare a casa sia Silvio che l’Umberto…

Ma il povero Bersani mai riuscirà a mettere d’accordo quell’armata Brancaleone che va da Vendola fino a Casini. (Il quale Casini ha una certa difficoltà a dire che bisogna liberarsi del Berlusca,licenzioso in privato, con l’aiuto del Nichi che le foto mostrano mentre si faceva slenguazzare l’orecchio in pubblico durante il gay pride a Bari…) E così proprio l’opposizione, col suo rachitismo, è la migliore garanzia di sopravvivenza del premier esuberante.

Qualcosa resta da dire sull’ayatollah Bagnasco. Anzitutto che, per cominciare a purificar lui l’aria, avrebbe dovuto rifiutare, da un premier così licenzioso e nel pieno di una crisi economica così acuta, la conferma dell’esenzione dall’ici per gli edifici religiosi ad uso commerciale…

C’è poi da chiedersi se non debba imparare la lezione di umiltà e autocritica da Papa Ratzinger che, nelle stesse ore in Germania, lungi dal puntare il dito pensava a cospargersi il capo di cenere dicendo: capisco quei fedeli che lasciano la Chiesa cattolica di fronte allo scandalo dei preti pedofili.

Ho il massimo rispetto per una Chiesa che, nella sua storia millenaria, ha conosciuto inferno e redenzione. Ciò che è successo ora nelle serate di Arcore è cosa da educande in confronto a quanto accadeva nei palazzi vaticani durante il Rinascimento. Al punto che – come ha ricordato sempre Ratzinger – arrivò la Riforma di Lutero che spinse la Chiesa a risorgere con la Controriforma.

Tuttavia, prima della Controriforma, non potevano esserci né resurrezione e nemmeno prediche. E questo mi pare che valga anche oggi: perchè di preti, vescovi, cardinali, Legionari, pedofili ce ne sono schiere compatte da mandare a casa. Se i “comportamenti licenziosi” sono un peccato, le pratiche pedofile sono certamente anche un reato oltre che un peccato.

Quindi prima si fa pulizia a casa propria, e solo dopo si riacquista la credibilità per chiedere di purificare l’aria a Palazzo Chigi.

 

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