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GLI INDIGNADOS, I NOSTRI FIGLI

 

Gli indignados, a ben guardare, sono i nostri figli; figli cioè di vizii e furbizie che vangono da lontano: come i famosi aerei del Duce. In ogni città dove si recava in visita veniva accolto da pattuglie aeree rombanti, sembrava che avessimo la più grande flotta al mondo di caccia e bombardieri: invece erano sempre gli stessi veivoli che seguivano Mussolini in giro per l’Italia

Così gli indignados sono sempre gli stessi, solo che cambia il nome: una volta li chiamiano No tav, un’altra Black bloc, un’altra ancora anarchici insurrezionalisti oppure no globa o antagonisti. Sono sempre gli stessi, qualche migliaia in tutto. Non serve disporre nemmeno una intercettazione perchè la Digos già li conosce uno ad uno, e siamo di fronte alla flagranza di reato (documentata da riprese di ogni genere)

Eppure non vengono perseguiti con determinazione. Come mai, di fronte all’evidenza del tentato omicidio dei carbinieri che si trovavano all’interno del blindato dato alle fiamme, non partamo con questo preciso capo d’accusa? Perchè ci limitiamo a parlare di “resistenza pluriaggravata”, “possesso di armi improprie, “devastazioni”; e solo forse, dico forse, si ipotizzano reati più pesanti?

I magistrati sono solo una delle rotelle del meccanismo. Quei magistrati che partecipano della cultura dell’antistato alla pari di tanti politici, giornalisti, intellettuali ed esponenti della cosiddetta società civile. Una cultura che viene da lontano, dagli anni in cui si cominciò a parlare di servizi deviati, di stragi di Stato, di strategia della tensione.

Se sei convinto che le stragi e gli attentati li abbiano organizzati i servizi deviati, su ordine della Dc che governava il Paese, come fai poi ad accusare i terroristi? Finisci col pensare che hanno fatto bene, che era giustificato anche il rapimento di Aldo Moro. Minimo, per coerenza con questa convinzione, vai a firmare i famosi manifesti “né con lo Stato né con le Br”…

Anche oggi, all’indomani del sabato violento di Roma, c’è chi pensa e dice che i violenti si sapeva chi sono, che era semplice bloccarli, che si poteva prevenire gli incidenti ma non si è voluto farlo. Tradotto: Berlusconi, in accordo con Maroni, ha architettato la nuova strategia della tensione, mettendo a busta paga gli indignados, per recuperare i voti dei moderati!

Finchè si ragione così, finchè è diffusa la cultura dell’antistato e del complotto, si perdono di vista perfino distinzioni elementari. Ad esempio che la polizia ha tutto il diritto di essere violenta perchè i tutori dell’ordine, contrariamente agli indignados, esercitano la violenza in nome dello Stato a difesa dei cittadini. Noi invece abbiamo messo tutto e tutti nello stesso calderone. La polizia è diventata “fascista” cioè imbelle, e dovrebbe star li buona a farsi bruciare viva dentro ai blindati…(significativo che anche oggi il sito di Repubblica mostri, indignato, un poliziotto che lancerebbe un cubetto di porfido. Lo capiamo o no che i poliziotti possono lanciarne anche mille, mentre i No tav nemmeno uno?)

la cultura dell’antistato è talmente diffusa che un personaggio emblema del sistema e della casta, al punto di essere dentro a Mediobanca e al Corriere della sera, può recitare impunemente la parte dell’antisistema e lanciare il proclama “politici ora basta”. E noi – ecco la cosa veramente grave – invece di sommergere di pernacchie Della Valle, stiamo anche a prenderlo sul serio!

Quindi, tornando al punto, non processiamo e non condanniamo gli indignados per un motivo molto semplice: sono i nostri figli, figli della cultura cialtronesca di gran parte della cosiddetta “classe dirigente” italiana.

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