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I CONSUMI, LA LEGNA E L’EREMITA

 

 

Natale non era ancora terminato che già ieri, nel giorno di Santo Stefano, prima i siti e poi i telegiornali della sera ci garantivano che era stato a luci spente. Crollo venticale dei consumi: meno 18% per il cenone e l’abbigliamento, meno 24% per l’arredamento, penalizzati perfino i giocattoli dei nostri bimbi con un meno 3%.

Giustamente il Tg di Mentana osservava che sono cifre buttate là a caso, perchè qualunque serio rilevamento ricchiederebbe giorni e giorni di raccolta dati. Ma lo sgangherato giornalismo all’italiana ha fretta e deve dare in pasto quei dati che sono imposti dall’approccio catastrofista dei tempi correnti.

Probabile che i consumi siano calati rispetto al Natale 2010. Certo l’effetto prodotto dai dati diffusi ora: li faranno crollare ulteriormente. Perchè chi ha speso senza pensarci troppo, sentendo che l’andamento generale è (sarebbe) al risparmio, è indotto a fare altrettanto cioè a chiudere i cordoni anche della sua borsa.

Ovvio che, se i consumi calano, non può aumentare la produzione. Calerà anche lei facendo aumentare la cassa integrzione e/o la perdita di posti di lavoro. In ogni caso riducendo la disponibilità economica delle famiglie e quindi facendo ulteriormente crollare i consumi. E avanti sempre più in questa perversa spirale che ci risucchia dentro al baratro.

Non distingui più tra causa ed effetto. Sembra proprio la storiella della legna e dell’eremita che ricordava Adriano Sofri.

Un distaccamento di soldati viene mandato in autunno ad accamparsi in montagna a metà costa. Il comandante, in vista dell’inverno, ordina di accatastare un po’ di legna. Poi si ricorda che, in cima al monte, c’è un eremita famoso per saggezza e conoscenza, e manda un messaggero ad interrogarlo su come sarà l’inverno. “Feddo”, risponde l’eremita. Al che il comandante ordina di accatastare altra legna e poi interroga nuovamente l’eremita che risponde: “L’inverno sarà molto freddo”. Ulteriore raccolta di legna, nuova ambasciata su dall’eremita che sentenzia: “Sarà di un freddo eccezionale!”. I poveri soldati continuano così a ramazzare più legna possibile, finchè al comandante viene in mente di domandare al vecchio saggio da dove venga la sua certezza sul freddo eccezionale. E l’eremita riponde: “Perchè mai ho visto accatastare così tanta legna come stanno facendo laggiù all’accampamento”.

Ditemi voi se non sta succedendo lo stesso: più lanci allarmi sulla crisi, più si riducono i consumi, più si va in recessione, più la crisi si aggrava.

Certo, all’orgine ci sono gli sprechi e gli sperperi di uno Stato irresponsabile, di uno Stato omertoso che non ha mai spiegato come spende i soldi incassati dai cittadini, che ha distribuito privilegi a raffica alle mille caste della società italiana. Eppure – a giudizio comune – i fondamentali dell’economia italiana restano migliori di quelli spagnoli. Eppure la Spagna ha uno spread sotto i 350 punti e noi invece sopra i 500.

Come si spiega? Vien da pensare alla legna e all’eremita: noi abbiamo accatastato ben cinque manovre, confermando così all’eremita-speculatore che l’inverno dell’economia italiana fosse di un freddo mai visto prima. Mentre la Spagna ha scelto di tenere quelle elezioni che, secondo in nostro eremita del Colle, sarebbero la madre di tutte le catastrofi e hanno invece prodotto la primavera iberica…

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