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10 DOMANDE A SILVIO, QUANTE A SIRCANA?

 

Come noto Repubblica nel modo più autorevole (con un editoriale firmato dal vicedirettore Giuseppe D’Avanzo) ha rivolto a Berlusconi dieci domande “cruciali” per il futuro del nostro Paese. Del tipo : “Come e quando ha conosciuto il padre di Noemi Letizia, Elio?”, “Quante volte si sono incontrati (col padre) e dove e in quale occasione?”, “Quando Berlusconi ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?”,”Quante volte ha avuto modo di incontrare Noemi e dove?”,”Al di là di Noemi ci sono altre minorenni che il premier incontra o alleva?”. Dopo di che D’Avanzo sottolinea che i “comportamenti ossessivi nei confronti del sesso potrebbero essere l’esito di una degenerazione psicopatologica di tratti narcisistici della personalità” e conclude con l’ultima domanda:”Quali sono le condizioni di salute del presidente del consiglio?”

Repubblica non dubita di avere pieno diritto d’intrusione nella vita privata di Berlusconi perchè lui è un uomo pubblico; e quindi gli italiani hanno diritto di sapere se a capo del governo c’è un satiro assatanato di sesso, possibilmente minorenne.

Era un uomo pubblico anche un altro Silvio, Sircana, braccio destro e portavoce dell’allora premier Romano Prodi. Sircana che fu fotografato mentre discuteva la tariffa con un transessuale nei viali di Roma. Che conoscesse anche suo padre e dove e in quale occasione? Lo frequantava saltuariamente o abitualmente? Aveva controllato se era o no maggiorenne? Aveva un allevamento di trans? Non è che d’estate Sircana andasse in vacanza in Thailandia? Qualche volta a “distrarsi” in questi viali di Roma aveva forse portato anche il suo premier?…

Quanto sarebbe stato facile rivolgere decine di autorevoli domande anche al Silvio di Prodi. Ma non si poteva assecondare la becera manovra della destra che aveva proditoriamente pubblicato foto attinenti alla sfera privata di Sircana, e quindi prive di rilevanza politica. Così come sempre fin’ora era stato considerato, magari riprovevole, ma privo di rilevanza politica il fatto che Mariano Roumor passasse per gay, che si discutesse della “potenza” sessuale di Spadolini, delle scorribande notturne di Gianni De Michelis, della striminzita sufficienza che Moana Pozzi aveva rilasciato al Bettino Craxi amatore, o del fatto che il grande John Kennedy avesse trasformato la Casa Bianca in una casa di tolleranza. Fin’ora gli eccessi, le tendenze o le debacle sessuali di un leader restavano una questione privata. Con Berlusconi diventano invece pubblica e politica.

Non solo. Assumono un atteggiamento sdegnato e bacchettone proprio giornali come Repubblica che normalmente accolgono le scelte più trasgressive: i diritti dei gay e dei transessuali, le coppie di fatto, i pacs o i dico. Improvvisamente diventa riprovevole che Berlusconi abbia rapporti sessuali (pare frequenti e vivaci) al di fuori del matrimonio. Ma è Repubblica o l’Osservatore Romano a porre le dieci domande a Berlusconi?

Non sarà, per caso, che l’obiettivo del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari sia tanto evidente quanto stantio: cioè eliminare l’avversario politico per via giudiziaria? Magari cambia solo l’ipotesi, la ricerca, di reato: non più evasione fiscale o corruzione di magistrato, ma pedofilia e violenza sessuale su minore. L’importante è riuscire ad eliminare, finalmente Berlusconi dalla scena politica…

Ma allora ha ragione Riccardo Barenghi, alias la Jena, che nella sua rubrica su La Stampa suggeriva a D’Avanzo di porre anche un’undicesima domanda al premier, quella che tutte le altre riessume e arriva dritta al nocciolo della questione: Berlusconi, perchè esisti?

 

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