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AL CAVALIER CORNUTO MANCA D’ESSER GAY

 

 

Il titolo, la sintesi perfetta, l’ha fatta Italia Oggi che scrive in prima pagina: “Elezioni, ha vinto Noemi”. Ha vinto perchè, spiega sempre il quotidiano, “Nell’ultimo mese 2.236 dichiarazioni politiche solo sul suo caso”. Si può discutere di chi sia la colpa, se dei comportamenti di Berlusconi o delle scelte editoriali di Repubblica, ma il risultato è questo: il caso Noemi ha dominato la campagna elettorale, praticamente non si è parlato d’altro. Con che risultati? Chi ci ha guadagnato? Chiediamocelo adesso che il voto è alle porte.

Dopo l’intervista a Libero di Daniela Santanchè, ho pensato che a Silvio mancava solo la benedizione…delle corna. Formidabile il regalo che gli ha fatto la leader del Movimento per l’Italia certificando che “Veronica ha un compagno” e che, come logica conseguenza, lui il Cavaliere è un cornuto. Cornuto e vincente, mi vien da dire. Perchè i cornuti nel nostro Paese hanno sempre suscitato una grande simpatia, una grande compartecipazione…magari nell’illusione di non compartecipare del loro stato: siamo cioè molto solidali con i cornuti perchè siamo convinti di non essere come loro. E questo vale in particolare per un personaggio passibile di grande invidia come il Cavaliere: invidiato per le ville, per le televisioni, per il potere la ricchezza e le donne. Nessuno può competere con lui. Ma adesso possiamo consolarci pensando che lui è cornuto e noi no. E così l’invidia si trasforma in simpatia, in solidarietà maschile

Al Cavalier cornuto manca una sola cosa. E l’ha ben individuata Giuliano Ferrara: essere gay. “Se Berlusconi fosse gay – ha scritto sul Foglio – se le sue feste avessero lo charme discreto di casa Armani o il sapore un po’ trasgressivo di una serata firmata Dolce & Gabbana, non staremmo qui a domandarci se e come debba difendere il suo stile di vita da una serie di sospetti, di attacchi, di inquisizioni, di stupori planetari…”. Non c’è dubbio: chiunque volesse indagare o discutere scelte e abitudini sessuali di un gay non potrebbe farlo, verrebbe subito bollato come omofobo e retrogrado. La privacy del gay è sacra, nemmeno Repubblica o L’Espresso potrebbero violarla.

Ma, come ben sappiamo, nessuno è perfetto. E quindi il Cavaliere deve accontentarsi di essere solamente cornuto; che resta sufficiente a garantirgli tante simpatie maschili. Che si abbinano alle antipatie che Veronica invece riscuote in ambito femminile. Il comune sentire di tante donne venete, che hanno telefonato nelle ultime settimane a Telenuovo, non è per nulla solidale con lady Berlusconi: tendono a considerarla una privilegiata e un’ingrata, che ha tentato di “pugnalare” un marito tanto prodigo alla vigilia delle elezioni; e che, per giunta, ha pure l’amante. Un’aggiunta che magari sarebbe ben gradita anche a tante signore, le quali però rimuovono la tentazione rifugiandosi nel moralismo e inasprendo così’ la riprovazione contro la povera Veronica.

La quale certo non merita giudizi tanto severi. Anzi: vivesse in un Paese meno bigotto potrebbe esibirlo il suo amante e portarselo in giro per il mondo come faceva Cecilià Sarkozy; mentre lei è costretta a consumare al chiuso di villa Macherio, non con filosofi né con affascinanti professionisti ma…col body gard che passa il convento Italia.

Inutile però disquisire sul Paese che dovremmo essere e non siamo. Nell’Italia dove il caso Noemi ha dominato la campagna elettorale, il combinato disposto dell’amante e delle corna penso che finirà col riempire l’urna del cornuto. Giusto o sbagliato che sia.

 

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