Scrive sul Corriere Gian Antonio Stella che “L’onda di piena del Carroccio va oltre la Padania. La Lega Nord supera i confini celtici”, cioè quelli del Po’ ottenendo consensi crescenti in Emilia, Umbria, Toscana e Marche. Dato ancor più significativo dei “confini celtici”, la Lega ha superato anche i confini del luogo comune che la definisce partito xenofobo e razzista. Lo ha fatto nominando il primo sindaco nero d’Italia che, per giunta, è anche un sindaco donna (come dire Obama e HiIary Clinton assieme): a Viggiù, comune della provincia di Varese, la Lega ha infatti messo sulla poltrona di Primo Cittadino l’afroamericana Sandy Cane, una donna di 48 anni nata a Springfield nel Massachusetts da padre militare americano e madre originaria del varesotto.
La notizia l’ho letta, per caso, in un trafiletto solo perché era nella stessa pagina del Corriere che ospitava l’articolone di Stella. Direi che meritava ben altro rilievo, proprio perchè spazza via il luogo comune che vuole la Lega pregiudizialmente ostile a qualunque straniero (specie a quelli che non hanno la pelle bianca). Ora d’accordo che Sandy Cane non è perfetta – nel senso che le manca di essere trans – ma se fosse stato il Pd o Rifondazione o lo stesso Pdl (corrente Fini) a far diventare sindaco per la prima volta nel nostro Paese una donna nera, credo che l’evento avrebbe ottenuto paginate nei quotidiani e servizi nel Tg nazionali…
Lungi dall’essere pregiudizialmente xenofoba, la Lega è pragmatica: se trova una donna in gamba come questa Sandy Cane (direttrice di un albergo in Val d’Aosta) la mette a fare il sindaco, a prescindere dal colore della pelle, convinta che possa amministrare bene e portare acqua al mulino del Carroccio. Ovvio che ci vuole anche un minimo di sintonia politica; ed infatti la prima sindaca nera sostiene che la Lega è molto americana per via della “richiesta di rispettare rigorosamente la legge con i clandestini”. Col che la Cane sgombra il campo anche dall’altro luogo comune che vorrebbe gli Usa molto “accoglienti” con i clandestini: a prescindere dal fatto che ne entrino tanti, non ostante il muro al confine con il Messico, tuttavia per la legge americana clandestini sono e clandestini restano, cioè fuorilegge e privi di diritti.
Tornando alla Lega va preso atto che ha fatto breccia anche nel veneziano, arrivando ad un pelo dal conquistare (con un altra donna Francesca Zaccariotto) la presidenza di questa provincia che è – cito dal Corriere – “con Mestre e Marghera l’ultima zona operaia e fordista del Veneto”. Cosa dobbiamo concludere? Che sono gli operai che non capiscono più nulla e votano Lega? Oppure che è un luogo comune anche quello di etichettare come “di destra” un partito capace di raccogliere il voto dei ceti popolari?
Concludo con la moglie di un mio amico. Famiglia di solida tradizione Pci-Pds-Pd, la quale però spiegava al marito sconcertato: “Questa volta ho votato Lega perchè la vera opposizione a Berlusconi è Bossi, non certo Franceschini!…”. Superato lo sconcerto il marito non è riuscito a darle torto. E provate a pensarci anche voi, amici del blog, specie gli antiberlusconiani viscerali: chi è l’unico che tiene sul serio per le p… il Cavaliere? Vi pare che sia Di Pietro o Dario o i fantasmi di Ferrero e Diliberto, oppure quel vecchio pirata padano con la bocca storta ma il cervello che continua a funzionare fin troppo bene?…
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