La Corte dei conti ha fornito la cifra globale: 160 miliardi di euro, spiegando che tanto ci costano corruzione ed evasione. Giusto mettere assieme i due fenomeni che sono le due facce della stessa disonestà. Aggiungendo però che la disonestà dello Stato, della pubblica amministrazione, è ancora più grave di quella dei cittadini perchè il pubblico dovrebbe dare l’esempio. Con che faccia uno Stato che dilapida 60 miliardi con la corruzione dei suoi funzionari e dei suoi uomini politici va a chiedere ai cittadini di essere ligi, di versare fino all’ultima lira, di non evadere 100 miliardi di euro. Bisogna forse versarli nelle casse pubbliche perchè i corrotti abbiano più risorse da dilapidare o mettersi in tasca? Qui non si tratta di giustificare gli evasori. Ma di capire che finché è pieno di ladri di Stato diventa arduo dire ai ladri privati di non rubare.
Fanno colpo i sei evasori totali pescati nel padovano che, oltre a non pagare una lira di tasse, viaggiano in Porsche e usufruiscono degli alloggi pubblici sottratti ai veri poveri. Non sono certo gli unici. Gli evasori totali e parziali sono centinaia di migliaia. Ma sono tutti “figli”, non dimentichiamolo, dei 3.224 pubblici ufficiali denunciati per corruzione solo nell’ultimo anno. Funzionari pubblici e finanzieri più integri ridurrebbero di molto il numero degli evasori. Esattamente come una magistratura e forze di polizia efficienti riducono di molto il numero dei delinquenti comuni.
Va poi aggiunto che, sempre all’interno della pubblica amministrazione, è ampiamente diffusa quella “evasione dal lavoro” che è in tutto e per tutto uguale all’evasione fiscale; sia sotto il profilo etico che delle risorse economiche sottratte alla collettività.
Tornando ai sei evasori totali del padovano, che sono diventati un caso nazionale, non c’è dubbio che l’abbinamento tra Porsche e alloggi popolari colpisca come un pugno allo stomaco. Tuttavia, una volta ripreso il fiato, non possiamo nemmeno dimenticare che un conto è avere singoli evasori totali, altro conto è ritrovarci con interi territori nazionali che per il fisco non esistono…Quindi mi sembrerebbe più proficuo partire pancia a terra con la lotta all’evasione a Napoli o a Palermo. Non per trascurare né Padova né il Veneto, ma per gettare la rete anche dove è certo che si riempirà fino all’orlo.
Tornando al fenomeno che reputo più grave perché origina o quantomeno facilita l’altro, cioè la corruzione della pubblica amministrazione, non credo che sia contenibile né con le prediche né con gli appelli all’etica. Ci vorrebbero leggi draconiane e punizioni esemplari. Ci sarebbe anche una via da percorrere che darebbe risultati certi, letteralmente matematici: più riduci il numero dei pubblici di pendenti, più riduci le risorse economiche affidate alla loro gestione, più calano di conseguenza le cifre della corruzione. Ma è una strada che nessuno – ne Lega né Pdl, ne Pd né Idv né sinistra radicale – ha intenzione di percorrere. L’unica cosa su cui concordano è l’esatto contrario: più aumenta la torta pubblica più ce n’è da mangiare per tutti.
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