Finalmente un buona notizia: nell’autunno 2009 la solita “onda” (sempre più stantia e striminzita) degli studenti pronti ad occupare le scuole è stata fermata dall’onda dei profe che a Roma sono andati a presidiare il loro liceo impedendo così che venisse occupato, cioè devastato. Tanto di cappello a questi professori, e al loro coraggio, che hanno rischiato, anche fisicamente, pur di preservare un minimo di strumenti, lo stesso spazio fisico dove svolgere l’attività didattica. Hanno rischiato e rischiano il linciaggio pur di continuare il loro lavoro.
Avessimo un informazione seria, invece di andare ad accogliere come eroi (in un tripudio di flash e telecamere) i due teppisti che i magistrati milanesi hanno avuto la dabbenaggine di rilasciare impuniti dopo gli scontri e le auto bruciate del corteo anti Gelmini. Avessimo un informazione seria – dicevo – andrebbe a mostrare come riducono le scuole questi delinquenti che le occupano in nome di sedicenti motivazioni politiche: computer rubati, telefoni rotti, servizi igienici devastati, aule ridotte peggio delle curve dello stadio Olimpico.
Quando occupavamo quarant’anni fa noi sessantottini, facevamo almeno finta di avere una motivazione nobile: bisognava fare anti informazione, perchè la scuola borghese si rifiutava di insegnarci come si abbatte lo Stato borghese, e così organizzavamo in autogestione la nostra “oretta di religione”, cioè il corso di mistica marxista o le istruzione per l’uso della bomba molotov rivoluzionaria… Questi invece, quarant’anni dopo, nemmeno fanno più finta di avere un motivo per occupare. Motivo comunque inesistente. Perchè può aver senso occupare una fabbrica, puntando a bloccare le produzione e danneggiare la controparte. Ma quando occupi una scuola chi danneggi se non te stesso negandoti un qualunque apprendimento?
Da decenni le scuole vengono occupate dall’onda degli sfaticati e dei violenti. Da chi non vuole impegnarsi a studiare e da chi coglie ogni occasione per sfogare un aggressività distruttiva. Eppure i veri colpevoli, o i principali colpevoli, non sono questi teppisti travestiti da agitatori politici. I primi responsabili siamo noi adulti: politici, genitori, insegnanti. Tutti coloro che, con un atteggiamento che non può che essere definito da pedofili, hanno continuato a lusingare, a sedurre, questi ragazzi prendendo per buone le loro motivazioni ufficiali, accettando di fingere che ci fosse un problema e quindi una giustificazione politica ai loro atti. Quando invece tutti – politici, appunto, genitori, insegnanti e anche magistrati – dovevano solo prendere in mano il bastone e rimandarli sui banchi, oppure mandarli a lavorare
Non che la scuola non abbia mille problemi, non che la riforma della Gelmini sia il toccasana. Ma anche un idiota capisce che l’occupazione non serve né a risolvere una virgola né a migliorare di un etta la riforma. Oggi anche gli esponenti della sinistra scoprono che la maggioranza degli studenti vogliono entrare a scuola e fare lezione. Ma questo era evidente già nel Sessantotto; già allora le facoltà e i licei venivano occupati da una minoranza che violava il diritto allo studio della maggioranza, che commetteva un reato tanto preciso quanto grave. Ma per quarant’anni, da pedofili, abbiamo fatto finta di niente. (Forse per gli occupanti vigeva un qualche Lodo che ha sospeso l’obbligatorietà dell’azione penale…?)
Oggi è arrivata l’onda dei professori coraggiosi. L’importante è non lasciarli soli. E’ fondamentale dimostrare che tutta l’Italia civile è dalla loro parte, cioè è consapevole che la ricostruzione di una scuola degna di questo nome inizia proprio difendendo dai vandali lo spazio e le strutture dove deve svolgersi l’attività didattica.
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