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REGIONI VERE, CAMPAGNA FINTA

 

Le regioni sono vere, sono una realtà tangibile anzitutto nel confronto: cioè nella profonda differenza tra l’una e l’altra, tra un Veneto e una Campania. Ma la campagna elettorale che si conclude in queste ore è stata finta. Perché in gran parte finti sono i poteri delle regioni e dei loro organismi di governo.

Si è discusso di nucleare e di green economy, di lavoro e occupazione, di sicurezza ed immigrazione, di grandi opere e federalismo, fingendo di non sapere che solo il governo centrale ha potestà di decidere in tutte queste materie. E non i prossimi governatori del Veneto e delle altre regioni. Per il semplice motivo che non siamo né gli Usa con i suoi stati federati né la Svizzera con i suoi Cantoni e nemmeno la Germania con i suoi Lander.

Quindi tutte le decisioni strategiche – scelte energetiche, leggi sull’immigrazione, ammortizzatori sociali, incentivi, organizzazione dello Stato e delle forze dell’ordine, etc. – vengono assunte a Roma. Quindi i vari governi regionali, pur amministrando somme ingenti di denaro, in particolare in ambito di spesa sanitaria, hanno poteri assai limitati.

Fatte le debite proporzioni, decidono più i sindaci in ambito comunale dei presidenti in quello regionale. Infatti la campagna elettorale per le comunali ha una sua pregnanza e contenuti precisi, mentre quella regionale è in gran parte una finzione: Zaia, Bortolussi e De Poli ci hanno detto cosa pensano, cosa vorrebbero; ma quello che possono o che potrebbero concretamente fare è ben diverso. Limitandosi al solo esempio del nucleare, la loro è una pura opinione; la decisione è del capo del governo.

Eppure le regioni sono vere. Vere al punto che è falsa una dicitura del tipo “servizio sanitario nazionale”. Ma quale “servizio nazionale” quando la stessa prestazione ha non solo costi diversi ma affidabilità altrettanto diversa da una regione all’altra? Quando se vuoi almeno tentare di farti curare devi correre qui al Nord?

E la scuola? Vi pare che esista una qualità “nazionale” dell’istruzione? Sappiamo bene che la scuola al Sud è ancora più disastrata che al Nord.

E gli esami di Stato? A dimostrazione che hanno ben poco di statale, la Gelmini ci ha confermato che basta andare a Reggio Calabria per avere la certezza di diventare avvocato…E come spieghiamo i tempi diversi dei processi civili e penali a seconda che vengano celebrati a Bolzano, a Venezia o a Roma?

Se col termine “unità d’Italia” intendiamo servizi di analoga qualità garantiti sull’intero territorio nazionale, dobbiamo prendere atto che l’unità d’Italia non si è mai realizzata, non è mai esistita. Quindi prendiamo atto che l’unica unità possibile è quella di un’Italia federale; diamo poteri reali alle regioni e, solo così, non avremo più campagne elettorali fasulle.

 

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