Da un lato c’è il colore della pelle di Papa Waigo, il calciatore senegalese che ha giocato nell’Hellas Verona e adesso è esploso nella Fiorentina di Prandelli; dall’altro lato ci sono le balle di Paolo Ziliani, il giornalista sportivo che stende le pagelle per Controcampo. Domenica Ziliani ha dato un voto alto all’attaccante che aveva segnato il gol della vittoria a Torino contro la Juve e poi si è divertito ad aggiungere che nel Verona veniva fischiato per via della pelle nera e che adesso i tifosi dell’Hellas saranno contenti di essere ultimi in serie C, ma con una squadra tutta di bianchi.
Le reazioni e le bugie smascherate di Ziliani le trovate tutte nel blog di Vighini. Ma il problema non sono tanto le balle, intese come bugie, quanto le balle, intese come attributi, che mancano al Paolo Ziliani il quale è un perfetto esempio di quella viltà diffusa che spinge ad essere arroganti con i deboli e servili con i potenti: capirai che coraggio ci vuole e che rischi corri a ripetere il luogo comune della curva del Verona ( e di Verona tout court) come luogo d’elezione del razzismo.
Non si tratta di sostenere che la curva dell’Hellas sia un luogo di ritrovo di gentiluomini dell’Ottocento. Però non si può nemmeno ignorare che tutte le curve sono così e che la differenza – in peggio – la fa anzitutto la massa critica, cioè l’ampiezza del branco. Ed i branchi più numerosi, ululanti, violenti e volgari li troviamo nelle grandi città: da Napoli a Roma (messa letteralmente a ferro e fuoco non più tardi di qualche mese fa…) da Milano a Torino (dove proprio a Papa Waigo domenica scorsa ne hanno urlate di tutti i colori). Paolo Ziliani lo sa benissimo. E sa anche che non può permettersi di trattare da razzisti i tifosi di grandi società e di città che hanno forte peso politico, perchè rischierebbe di compromettere la sua carriera giornalistica. Mentre per sparare a zero contro questo Verona sull’orlo del baratro ci vuole lo stesso coraggio del “vile che uccide un uomo morto”.
Facendo un paragone politico, è come sparare a zero sempre e solo su Mastella. Il quale non è certo senza peccato nel sottobosco delle spartizioni in Campania. Però non è lui che voleva papparsi la Banca nazionale del lavoro, e non è nemmeno lui ad avere conflitti di interesse ovunque. E non a caso i senza balle alla Ziliani continuano a parlarci di Mastella, mentre quelli con gli attributi (dove sono?) non la smettono mai di martellare Silvio e gli amici di Walter…
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