Si apre qualche crepa nella muraglia della casta giornalistica che – Da Ezio Mauro a Feltri, passando per De Bortoli – è insorta a “difesa della libertà di stampa”, cioè contro il divieto (che, per altro, il governo Berlusconi già sta rimangiandosi) di pubblicare le intercettazioni.
Una prima crepa l’ha aperta il vicedirettore del Corriere, Pierluigi Battista, ricordando che, accanto all’art 21 della costituzione sulla libertà di stampa, c’è anche l’art 15 che recita: “la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili”.
Articolo che il resto della casta giornalistica ha completamente rimosso. Quando invece andrebbe trovato un punto di equilibrio tra le due esigenze. E non vale ripetere, come pappagalli “intercettateci tutti, non abbiamo nulla da nascondere”. Perchè non ci sono solo i segreti criminali da nascondere, ma anche un diritto alla vita privata che la costituzione tutela per ricordarci che non siamo in un regime dittatoriale, dove tutto è pubblico e tutti devono vivere da perfetti fascisti o perfetti comunisti…
l’altra crepa l’ha aperta Giuliano Ferrara che denuncia Sputtanopoli, cioè le inchieste-portineria fatte da giornalismi-origliatori.
Ferrara sgombra l’equivoco tra divieto di fare e di pubblicare intercettazioni; ricorda come in nessun Paese dove pure le inchieste procedono spedite e i media ne informano puntualmente i cittadini “si usa pubblicare lenzuolate di intercettazione come materiale per l’intorbidimento delle acque, per la grande sputtanopoli che tutto confonde in un generico e demagogico disprezzo per la vita privata delle persone pubbliche.”
E questo disprezzo per la vita privata ha investito anche Angelo Balducci. Che c’entra con gli appalti e i favori della cricca, pubblicare le intercettazioni dove si parla di un suo rapporto gay con un corista del Vaticano? E il bello è che hanno pubblicato gli stessi media che parlano tanto di diritto dei gay, di contrasto dell’omofobia! Salvo poi confondere, trasformare in odore di reato anche l’inchiappettamento tra adulti consenzienti, pur di fare da megafoni compiacenti alle procure…
Gli stessi media, gli stessi giornalisti che si sdegnano con Minzolini, accusato di essere il megafono di Berlusconi. Sono i maestri che ci spiegano come la libera stampa debba fare sempre da contraltare al potere, mai prendere per oro colato le notizie che filtrano dal Palazzo…
Ma tutto ciò che trasuda dal Palazzo di Giustizia lo prendono invece proprio per oro colato. Mai un distinguo, mai una verifica della consistenza delle prove prima di esporre un accusato al pubblico ludibrio. Mai il sospetto che certi pm, proprio perchè non hanno in mano elementi tali da garantire la condanna degli imputati, comminano lo sputtanamento preventivo a mezzo stampa. Questo grazie al giornalismo compiacente, ai loro megafoni che si autodefiniscono paladini della libertà di stampa.
Ovviamente le crepe non bastano a far crollare il muro della casta. Anzi, la stessa maggioranza, intimorita dalla santa alleanza – Mauro-Feltri-De Bortoli – fa marcia indietro. E il risultato è ormai scontato. Resteremo ciò che siamo e che ci meritiamo: il Paese di Sputtanopoli.
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