Torna a spirare il vento della secessione e non per bocca di Umberto Bossi; ma attraverso le parole di un imprenditore prestato (con successo) alla politica, Riccardo Illy, presidente del Friuli Venezia Giulia che governo con una giunta di centrosinistra. Illy che, intervistato da Stella sul Corriere della sera, si domanda “Per quanto ancora il Nord potrà resistere alla tentazione secessionista?”.
Il governatore del Friuli definisce la politica “autistica” rispetto alle esigenze del nostro territorio, una politica che “ha tradito una parte del nostro Paese”. “Così perdiamo il Nord” è il titolo dell’ultimo saggio scritto per Mondadori da Riccardo Illy.
L’approccio è rovesciato. Non si parla più di un Nordest egoista e poco solidale, che pensa solo a far soldi e non si cura del resto del Paese. Si sottolinea invece il tradimento perpetuato contro i cittadini delle nostre regioni, il loro lavoro, l’impegno la serietà. Accentuato dal confronto con i Paesi europei nostri confinanti dove invece esigenze ed attese di modernizzazione trovano risposte da parte della classe politica.
Il vento della secessione spira anche attraverso Ilvo Diamanti, editorialista de La Repubblica, responsabile dell’istituto demoscopico che realizza ogni settimana un’indagine per Il Gazzettino. L’ultima di queste indagini rileva come sia “raddoppiata l’ostilità verso il Sud”: nelle nostre regioni un cittadino su due considera “il Mezzogiono un peso per lo sviluppo del Paese” e aggiunge “nel 1997, quando la Lega invocava l’indipendenza della Padania, puntava l’indice contro il Sud il 26%.
Oggi invece è il 51% a farlo. E molti sono anche elettori del centrosinistra.
Ritornando ad Illy pone una questione cruciale: i cittadini del Nordest non sono spinti alla secessione da un desiderio irrazionale o dal loro egoismo, ma è la mancanza di risposte adeguate da parte della politica ad alimentare il vento della secessione. Si può non essere d’accordo?
Lascia un commento