Come perfetto contraltare alle “toghe azzurre” – quei magistrati che, liberando gli artefici della violenza a Roma, hanno fatto il gioco elettorale della destra – arriva adesso “Gasparri il rosso” che, con questa proposta balzana degli arresti preventivi, nobilita quegli stessi cialtroni e li trasforma in martiri di una sorta di governo autoritario e neofascista.
Gli arresti preventivi erano infatti tipici del fascismo (come lo sono tutt’ora delle dittature anche di sinistra): quando il Duce arrivava in visita a Padova piuttosto che a Verona gli antifascisti (pochi, pochissimi quelli veri, un millesimo dei manifestanti romani) venivano arrestati preventivamente. Una prassi evocata anche da Federico Fellini in Amarcord.
Ma è assurdo, autolesionista, martirizzare questi cialtroni, ipotizzando prassi giuridiche incompatibili con la democrazia, ed utili solo a fornire loro ulteriori pretesti per spaccare vetrine, incendiare automobili e assalire il Parlamento.
I cialtroni vanno trattati semplicemente da cialtroni. E’ spropositato perfino dare loro la truce statura degli assassini. Come suggerisce il buon senso comune, la risposta valida è una sola: mandiamoli a lavorare. Perchè tutti, a partire dai poliziotti, piuttosto che lavorare e svolgere il servizio di ordine pubblico, preferirebbero fare il loro “lavoro”: quello di paladini delle ingiustizie dell’Italia e del mondo…
Ma, per poter fare i paladini (fuori corso) delle ingiustizie della Gelmini e del mondo, bisogna avere anzitutto dei genitori poco responsabili che continuano a mantenerti anche dopo i trent’anni.
Non bastassero loro, ecco le “toghe azzurre” che, garantendoti l’impunità, ti tolgono il senso della realtà. Te ne fosse rimasto un poco (di senso della realtà) arriva “Gasparri il rosso” a fartelo perdere del tutto trasformandoti in martire del neofascismo con questa proposta scombinata dell’arresto preventivo.
Avanti di questo passo c’è il rischio di pensare (per paradosso, sia chiaro) che i manifestanti violenti siano più vittime che colpevoli.
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