Sembrerebbe la scoperta dell’acqua calda questo studio sul federalismo fiscale commissionato dal senatore del Pd Marco Stradiotto. Studio che ci spiega come federalismo significherebbe un bagno di sangue per il Sud e un bagno di ricchezza per il Nord.
Non si capisce infatti dove stia la novità. Dal momento che il federalismo o è questo – cioè una più equa distribuzione delle risorse pubbliche in base ai meriti (di produzione della ricchezza) – oppure è il nulla. Tuttavia dico sembrerebbe la scoperta dell’acqua calda, perchè il realtà questo studio ci fornisce cifre che un po’ tutti avevano cercato di occultare o di ammorbidire. Cifre di questo genere: Comune di Napoli meno 61%, comune di Palermo meno 55%; comune di Treviso più 58%, comune di Padova più 76%!
Cifre che ci fanno capire come il federalismo vero – se mai venisse attuato – comporterebbe lacrime e sangue per il Sud. E per questo non verrà attuato (quello vero); perchè ci sarebbe prima la rivolta elettorale del Sud e, se non bastasse, la rivolta vera e propria. E, a quel punto, il federalismo si chiamerebbe con quel nome che nessun partito né di governo né di opposizione osa pronunciare: secessione.
D’altra parte non esiste nemmeno l’alternativa. Non si può infatti far finta di niente e lasciare che tutto continui ad andare come sta andando: con Alemanno che assume migliaia di dipendenti in più nelle municipalizzate romane, e Lombardo che spende per il personale della sua Sicilia dodici volto di più di quello che spende la Regione Veneto. Non si può per il semplice motivo che l’Italia andrebbe in bancarotta.
E credo proprio che ci andrà; che faremo la fine della Grecia, della Spagna e degli altri Paesi mediterranei.
Nell’attesa dell’esito esiziale, e tanto per passare il tempo, oso ricordare – per pura teoria – che ci sarebbe una ricetta molto più seria della stessa riforma federalista: cioè il taglio drastico delle tasse.
La ricchezza della nazioni, delle regioni e delle comunità, non dipende infatti mai dal trasferimento di risorse pubbliche. Che anzi, spesso hanno effetto mortifero, drogano e deprimono il mercato del lavoro. (ed uno dei rischi del federalismo è proprio quello di trasferire da Sud a Nord la droga dell’assistenzialismo e dei posti pubblici). La ricchezza dipende dal lavoro dei cittadini. Dipende da chi con il commercio, i servizi , la produzione crea sempre nuove opportunità.
Quindi è molto più importante lasciare più risorse nelle mani dei produttori, riducendo le tasse, che non portare più risorse al pubblico, aumentando le tasse. Al pubblico che dissipa le risorse.
La forza degli Stati Uniti, più ancora che nello Stato federale, risiede in una pressione fiscale bassissima che si attesta al 24% di media (contro il nostro 43,5%). Avessimo anche noi una pressione fiscale al 24% risolveremmo gran parte dei problemi, perchè non ci sarebbero più risorse pubbliche da destinare all’assistenzialismo né al Sud né al Nord, né a Est né ad Ovest.
Diventeremmo di botto ciò che recita pomposamente, e del tutto in astratto, la nostra veneratissima costituzione: una repubblica fondata sul lavoro.
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