Non resta che sperare che le prossime elezioni le vinca Berlusconi. Perché abbiamo questo infame governo Prodi che continua ad aumentare le tasse, che ci mette le mani in tasca anche al distributore per finanziare la cultura: sono così questi sinistri, loro hanno la mania della cultura…Dite che non è così? Che Berlusconi è lui che governa e che aumenta le tasse rimangiandosi tutte le promesse fatte di tagliarle con l’accetta (aliquota massima 33%)? Non posso crederci…
Non posso nemmeno credere che la Fiat sia passata invano, che non abbiamo preso atto di come i finanziamenti pubblici servano solo a garantire prodotti scadenti: come la Duna, appunto. Mentre ora Marchionne è costretto a stare sul mercato cioè a produrre auto con un accettabile rapporto qualità-prezzo (se vuole venderle).
Stessa cosa per il cinema italiano. Dovesse produrre film che minimo ripagano i costi al botteghino, eviterebbe di fare quelle pellicole che sono solo pugnette d’elite. E che invece si permette di fare perché può contare, appunto, sui finanziamenti pubblici.
Il cinema americano domina il mercato mondiale perché non ha mai saputo cosa sia un contributo a fondo perduto.
Altro esempio quello del fotovoltaico. Avesse camminato solo sulle proprie gambe, avrebbe prodotto pannelli meno osceni sotto il profilo estetico e di sicura efficacia nel generare energia solare. Che altrimenti l’utente non li avrebbe comperati. Invece all’utente sono stati regalati, grazie ai contributi pubblici; e cosi ci siamo portati a casa quelle mostruosità poste sui tetti la cui efficacia nella produzione di energia nessuno si è nemmeno preoccupato di verificare (a caval donato…). Per non parlare dei posti di lavoro drogati e degli addetti che ora, finita la pacchia del contributo, si ritrovano a spasso.
Dalla Fiat, ai pannelli, alla cultura, ai film, al contributo sagre: il finanziamento pubblico serve solo a garantire prodotti scadenti.
Ma la rivolta dei cittadini, per questo paio di centesimi in più di accise sulla benzina, dovrebbe far disperare gli pseudo federalisti e fa invece ben sperare i liberali. E’ infatti un’anticipazione della tassa di scopo: paghi in più la benzina perchè così aiuti la cultura; e tutti (o quasi) a rispondere col gesto dell’ombrello, a mandare al diavolo Tremonti e Berlusconi.
Speriamo sia un’inversione di tendenza. Perché fin’ora le tasse erano un calderone indistinto, a fronte del quale il cittadino era portato a domandare sempre nuovi servizi e interventi non avendo chiaro il rapporto costo-esborso. Ma se, con la tassa di scopo, il sindaco – ad esempio – andrà a domandargli dei soldi in più allo scopo di sistemargli il marciapiede, c’è la speranza che il cittadino risponda: no grazie, i soldi non te li do, mi tengo il marciapiede così com’è o me lo sistemo io che spendo la metà del Comune.
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