E’ evidente che, anche senza l’invito o la minaccia di Bossi, la larghissima maggioranza dei tunisini sarebbe ben felice di andarsene fuori dalle balle. Il problema non è certo il leader della Lega: è la polizia francese che li blocca a Ventimiglia. Ma un po’ alla volta riusciranno ad andarci.
E il discorso non riguarda solo i tunisini, perchè sono francofoni e hanno già tanti parenti in Francia, riguarda un po’ tutti gli immigrati: tutti o quasi ben contenti di andarsene fuori dalle balle, mentre solo una modesta minoranza sceglie di restare nel nostro Paese.
Lo certificano le richieste d’asilo del 2010 (dati Eurostat): 50 mila per la Francia, 48.500 per la Germania, 31.900 per la Svezia, 23.700 per il Regno Unito. Perfino piccoli Paesi come Belgio (26.100), Olanda (15.100) e Austria (11.100) hanno più domande d’asilo dell’Italia (10.100).
Il libero mercato dell’immigrazione ci boccia. Nel senso che magari vengono volentieri in Italia i delinquenti, agevolati da una giustizia che funzione come funziona. Ma gli immigrati seri, quelli intenzionati a costruire un futuro per se e i loro figli, se appena possono scelgono Paesi più seri, meglio strutturati, che offrono migliori opportunità.
Paesi dove non vigono le caste, le corporazioni, le liste d’attesa (precari) al posto della meritocrazia. Paesi non soffocati dalla burocrazia dove – tanto per dirne una – non occorre rivolgersi ad apposite società che ti facciano le mille pratiche necessarie anche per installare tre pannelli solari.
Gli immigrati se ne vanno fuori dalle balle, beati loro. Dannati noi che per pigrizia, per l’età, per i legami delle nostre radici, siamo condannati a restare; o non abbiamo il coraggio di andare fuori dalle balle dell’Italia.
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