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NEL DOPO SILVIO TUTTO CAMBIA

 

La sconfitta di Berlusconi è completa e indiscutibile. Tutte le grandi città capoluogo delle regioni del Nord – Trieste, Venezia, Milano, Torino, Genova – sono oggi amministrate dalla sinistra. Ha perso perfino nella sua Arcore.

Voglio sperare che i suoi concittadini e gli elettori delle altre città non gli abbiano negato il voto per via di quei dopo cena più o meno a luci rosse. Voglio cioè sperare di non essere nella repubblica bigotta prefigurata da Repubblica. E che, quindi, Berlusconi sia stato punito per la sua vera colpa politica: cioè per non aver governato.

Per non aver attuato nessuna delle grandi riforme che dovevano innescare la rivoluzione liberale: fisco, pubblica amministrazione, privatizzazioni, economia, servizi, giustizia. Tutto è rimasto come prima, peggio di prima.

Ma adesso tutto cambierà. Il governo di sinistra prossimo venturo ridarà dignità allo Stato italiano con i fatti, non con le parole e le vane promesse. Magari non attuerà quelle riforme liberali che io agogno, ma di certo avremo finalmente dei servizi pubblici al servizio dei cittadini e non dei propri addetti; avremo una scuola pubblica a livello degli altri grandi Paesi occidentali e asiatici. Può darsi che le tasse non diminuiranno, ma crescerà di sicuro la qualità dei servizi stessi. Insomma l’Italia diventerà un Paese un po’ socialista ma in compenso molto civile, e non sarà più la terra brada delle corporazioni e del familismo mafiosetto…

Possiamo credere che, mandato a casa Berlusconi, avverranno questi cambiamenti? O è più probabile che arrivi un nuovo governo x che continuerà a non governare, cosi come accaduto con i governi Berlusconi, Prodi, con la miriade di governi della prima Repubblica che duravano il tempo di un riassetto di potere interno alla Dc?

Di certo cambierà il linguaggio. Basta premier che raccontano barzellette a go go, e per giunta spesso sconce. Massimo sarà consentita l’ironia di Bersani (“abbiamo pareggiato 4 a 0!”). Ma il tono sarà serio e austero. Il tono del Colle, tanto per intenderci.

Il tono giusto, per riaccreditarci sul piano internazionale. Le parole d’ordine saranno: onestà, competenza, rigore, etica. Le parole, appunto…E i fatti? I fatti resteranno quelli di sempre: impalpabili e putrescenti

Perchè, per cambiare davvero il nostro Paese, non basta mandare a casa Berlusconi: bisognerebbe riuscire a mandare a casa…gli italiani. Programma vasto, troppo vasto…

E allora accontentiamoci: al posto di un Calderoli che diceva di voler portare a Milano anche il Quirinale, adesso è arrivato Vendola a dirci che Milano è riconquistata, è liberata, è aperta “ai fratelli rom e ai fratelli mussulmani”. Le due facce della stessa medaglia, coniata sulle vuote chiacchiere.


 


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