Mi vien da pensare che tra i tanti che, nel centrodestra, hanno perso la testa dopo la sconfitta alle amministrative ci sia anche l’eminenza grigia del Cavaliere, il suo primo consigliere politico: Giuliano Ferrara.
Il direttore del Foglio ha infatti individuato nelle primarie il perno per il rilancio. E continua ossessivamente a ripetere che il Pdl deve indirle per l’inizio del prossimo Ottobre. Come se la riscossa di Berlusconi potesse avvenire copiando il Pd, facendo propria la battaglia di Nichi Vendola
Le primarie hanno funzionato a sinistra, sono servite a immettere energie nuove in uno schierameto che era soffocato dall’oligarchia identica a se stessa da quarant’anni (da tanto sono sulla scena D’Alema, Bindi, Veltroni, Bersani & c.) e intenta solo a tagliare la testa a qualunque nuovo concorrente emergente. Grazie alle primarie gli emergenti di sinistra sono finalmente emersi.
Completamente diversa la situazione della destra dove il leader è già emerso ed ha già attuato l’unica rivoluzione possibile: cancellare il partito tradizionale, trasformandolo in un semplice comitato elettorale. Ferrara adesso vorrebbe che Berlusconi tornasse indietro: cioè riesumasse il partito radicato sul territorio, con le primarie per scegliere i vertici nazionali e locali del partito, magari anche i candidati al parlamento e alla guida del governo.
Ma vi pare che Pdl (e Lega) abbiano perso perchè la base non aveva potuto scegliere il coordinatore di Verona, di Padova o del Veneto? Perchè non ha potuto indicare Tizio invece di Caio da mandare al Parlamento?
Come insegna la grande tradizione del Pci, che nessuno conosce meglio di Ferrara, deputati e senatori sono sempre stati scelti dal vertice: funzionari di partito ligi e affidabili, perfetti yes-man con i quali non correvi il rischio che a Roma si montassero la testa…
Quanto alla batosta elettorale ha riguardato tanto un partito “di plastica”, il Pdl, quanto quello ben radicato sul territorio, la Lega. Ed il motivo non sono certo le primarie né la riorganizzazione, ma le riforme che nessuno riesce a fare in questo nostro Paese ingovernabile.
Come conferma anche l’incontro di ieri ad Arcore con Tremonti, Berlusconi non riuscirà mai a fare la riforma fiscale, ad abbassare le tasse in modo singificativo (cioè premiante nelle urne). Non ci riuscirà perchè bisognerebbe tagliare drasticamente la spesa pubblica, cioè falcidiare la grande armata dei pubblici dipendenti. Bisognerebbe abolire i privilegi delle coorporazioni, e il povero Bersani non c’è riuscito nemmeno con quella, sgangherata, dei tassisti…Figuriamoci se si può farlo con notai, avvocati, medici, magistrati, giornalisti.
La Lega ha perso perchè i clandestini continuano ad arrivare. E continuano ad arrivare perchè tanti, troppi, hanno interesse a farli arrivare: imprenditori di varie risme che vogliono manodopera a basso costo e orario illimitato, associazionismo cattolico e laico che tanto più è “accogliente” tanto più riesce a lucrare denaro pubblico…Grazie ai clandestini è resuscitata perfino Rifondazione comunista, che è riuscita a trovare uno spazietto politico e di visibilità con le sue “brigate della solidarietà”.
Insomma i clandestini sono utili a troppi per applicare quelle politiche di rigore tipo Francia o Spagna. E per questo ha perso la Lega, non perchè non fa le primarie o perchè non ha nominato segretario generale un Alfano padano…
Durante la prima Repubblica si mascherava l’impotenza cambiando governo ogni dieci mesi. Adesso invece – ahimè – i governi durano, durano anni, durano l’intera legislatura; e gli elettori si accorgono che il re è nudo: cioè che nessuno riesce a governare nel senso serio e pieno della parola.
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