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LA MANOVRA DELLE TRE CARTE

 

Per metà pomeriggio mi ero illuso di aver 100 euro in più. Nella manovra che il governo stava per varare era infatti annunciata la cancellazione di 13 ordini professionali su 19, compreso quello dei giornalisti, e avrei quindi risparmiato l’iscrizione annuale. Ma nel giro di tre ore, questa manovra vergognosa incentrata sul gioco delle tre carte, aveva già cancellato la cancellazione e ripristinato gli ordini professionali, alias corporazioni di origine fascista che non trovano riscontro nel mondo civile.

Non sto a dire quanto sarebbe importante concellarli tutti, gli ordini professionali, per sgessare il Paese, ripristinare il merito e la mobilità sociale, dare attuazione al dettame costituzionale che contempla la libertà d’impresa. Sottolineo solo la codardìa dei nostri governanti, della trimurti Berlusconi-Bossi-Tremonti: è bastato che il presidente dell’ordine dei giornalisti, piuttosto che dei medici o degli psicologi, alzassero il ditino minaccioso perchè questi cacasotto dei nostri governanti facessero dietro front.

Uso questi termini perchè non c’è viltà più grande che annunciare i sacrifici da lacrime e sangue, le manovre da 40 miliardi e oltre, salvo demandarne l’applicazione concreta ai…governanti che verranno; a dopo le prossime elezioni politiche quando non si sa chi governerà e se confermerà o meno la manovra.

Tutti ricordiamo il furto legalizzato di Giuliano Amato che, a notte fonda, mise le mani nei conti correnti degli italiani. Fu un’infamia. Ma gli va riconosciuto il coraggio di essersene assunta la piena paternità e responsabilità: perchè la attuò subito, nel ’92 quand’era presidente del consiglio in carica. Non la demandò ad un ignoto sucessore. E dire che Giuliano Amato era soprannominato Topo Gigio…ma un topino col coraggio da leone in confronto all’attuale trimurti.

Un trio che non ha nemmeno il coraggio di stangare dove ha competenze dirette, che delega cioè alla gestione regionale della sanità l’introduzione dei ticket! Che annuncia il taglio degli stipendi dei ministri per farlo poi scomparire (ridurlo ad una limatina prossima ventura) col solito gioco delle tre carte. Senza capire che, se vuoi risultare credibile agli occhi dei cittadini ai quali chiedi sacrifici, devi anzitutto imporli alla classe politica: ad esempio equiparando da subito gli stipendi dei nostri parlamentari a quelli dei tedeschi o degli inglesi.

Insomma un vergognoso gioco a nascondino , dov’è scomparsa anche la riforma fiscale. Ed è il male minore, una scelta perfino seria. Perchè o hai il coraggio di fare le due aliquote 23 e 33% tanto care al Berlusconi che fu, oppure, se devi limitarti a togliere un punticino d’Irpef per aumentare un punticino d’Iva, tanto vale non fare nulla che almeno risparmi la presa in giro del contribuente.

Credono di salvarsi così? Di evitare la batosta elettorale giocando alle tre carte? Questo credono il veneto Tremonti (originario del bellunese) e i lombardi Bossi e Berlusconi? Aveva ragione il siciliano Leonardo Sciascia: la “linea della palma” sale sempre più a Nord. Ormai ha raggiunto il Lombardo-veneto…


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