Roberto Muzzi è uscito allo scoperto.
Esternando tutta la sua voglia di tornare ad essere quello che per il Padova era all’inizio del campionato: un leader indiscusso, in campo e fuori. Nessun tifoso ha dimenticato i gesti tecnici dell’attaccante, che hanno permesso al Padova di fine settembre, ottobre e novembre di macinare bel gioco e vittorie. Tant’è che tutti, in quest’ultimo periodo, si sono insistentemente chiesti come sta e se sarà in grado di tornare ai suoi livelli in tempo utile per le partite che contano.
Be’, al richiamo dei tifosi, Robertone ha risposto "presente", mettendosi con la massima disponibilità a disposizione del nuovo allenatore, col quale ha stabilito un feeling incredibile fin dai primi istanti, contrariamente a quanto è stato con Ezio Rossi: pian piano sta trovando sempre più spazio (prima dieci minuti, poi venti, a Foggia l’intero secondo tempo e l’assist per il pari di Varricchio) e lo smalto dei tempi migliori, con giocate che ricordano tanto quelle di inizio campionato.
La palla recuperata al limite dell’area in tackle scivolato nell’esordio di campionato contro il Monza all’Euganeo che fruttò pochi istanti dopo il 2-0 di Varricchio; la fulminea sgroppata sulla fascia destra a Cittadella, al termine della quale mise in mezzo per Bovo una palla sulla quale era scritto: "basta spingere"; il 3-1 in contropiede contro il Venezia da bomber di razza, il colpo di testa dell’1-0 contro il Verona, finito, tant’è stato bello, nella parte finale della nuovissima sigla del nostro telegiornale (fateci caso…). Ecco: tutto questo vogliamo rivivere in questa ultima parte del campionato. Per arrivare ai playoff e giocarci questa benedetta serie B con tutti i nostri assi nella manica. Su tutti, l’asso piglia tutto: Roberto Muzzi.
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