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IL SOLITO AGGHIACCIANTE E SCONCERTANTE COPIONE BIANCOSCUDATO

 

Inutile negarlo. Ognuno di noi, alla vigilia della partita con la Pro Sesto, ha pensato almeno per un secondo alla maledizione di fine stagione, che colpisce il Padova con regolare e agghiacciante puntualità da qualche anno a questa parte. Vuoi vedere che non è un caso che, alla terzultima di ritorno, anche stavolta si incontri una formazione di medio bassa classifica, dopo che due anni fa le abbiamo prese dal Lumezzane e l’anno scorso dal Pizzighettone? Sì, lo ammetto: l’ho pensato anche io, ma solo per una frazione di secondo, perchè ho voluto credere con tutta me stessa che stavolta non sarebbe andata così. Che questo Padova, galvanizzato dalla cura Sabatini, sarebbe stato diverso, più forte di una stupida cabala e di una formazione con un decimo delle sue qualità.

Invece eccoci qui, appesi per il quinto anno di fila ad un filo per continuare a sperare nei playoff. Eravamo quarti, siamo sesti. Eravamo davanti con il coltello dalla parte del manico e lo abbiamo consegnato nelle mani di Foggia e Foligno, dicendo loro: prego, accomodatevi. Sì, è vero, l’angolo da cui è nato l’1-0 della Pro Sesto non c’era, il secondo gol è stato frutto di una casualità, il Padova ha scheggiato un palo e poteva segnare in almeno tre occasioni. Ma i biancoscudati visti oggi non hanno certo brillato. Allora mi chiedo e vi chiedo:   

Perchè questo Padova non riesce mai ad andare fino in fondo? Perchè precipita sempre sul più bello che si era allontanato dal burrone?  

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