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COME SCIOGLIERE IL NODO ROBERTO MUZZI?

Roberto Muzzi compirà 37 anni il prossimo 21 settembre. Aveva praticamente già deciso di appendere le scarpe al chiodo, dopo una carriera da attaccante più che onorata, quando il Padova (proprio nella persona del presidente Marcello Cestaro) è andato a bussare alla sua porta e lo ha convinto a continuare, sposando con un contratto biennale la causa biancoscudata.

Quel che è successo dopo è ben noto: per un po’ il giocatore si è accontentato di subentrare a partita in corso, visto che gli mancava la preparazione atletica. Poi ha iniziato a giocare titolare e per un periodo (dalla sfida casalinga con il Lecco al derby in casa con l’Hellas Verona, più o meno) è riuscito perfettamente a rivestire il ruolo per il quale era stato chiamato qui: fare la differenza, segnando pure 3 gol.

La favola è durata però poco: le sue condizioni fisiche, causa un ginocchio infiammato, sono peggiorate, è andato a farsi benedire il rapporto con l’allora allenatore Ezio Rossi e il Padova, da qualunque parte stessero le ragioni e i torti nella burrasca sorta tra l’attaccante e il tecnico piemontese, ne ha pagato in maniera amarissima le conseguenze, rimanendo indietro di un punto sulla quota playoff a causa di un filotto di risultati negativi. 

Ora la società è ad un bivio: il giocatore ha un altro anno di contratto (e che contratto…), con l’allenatore Carlo Sabatini ha ritrovato l’entusiasmo e ha detto, in questi giorni, di volerci riprovare, per portare a termine il progetto (la serie B) per il quale era venuto all’ombra del Santo.

Ma, secondo voi, se rimane è un bene o no per il Padova?    

 

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