Il cielo torna sereno sopra la testa del Padova e del suo allenatore, Carlo Sabatini. Inutile nasconderselo: non fosse arrivato un risultato positivo a Verona, il tecnico perugino sarebbe di nuovo finito sopra una graticola rovente, a rischio cottura. Invece no: i ragazzi, i SUOI ragazzi, hanno risposto ancora alla grande, mostrando quel cinismo che l’anno scorso era proprio l’elemento caratteriale che in molte occasioni era mancato proprio sul più bello. Vincere al Bentegodi (contro un Verona che non è nemmeno lontano parente della squadra "morta" incontrata due volte nel passato torneo) non è impresa che riuscirà a tante squadre: riuscire a farlo senza nemmeno l’incitamento di un tifoso della tua maglietta, arricchisce il successo di un sapore particolare e piacevolissimo.
Ora mi auguro solo una cosa: che la finiamo con ‘sta storia dell’ultimatum o non ultimatum. Sabatini ha bisogno di lavorare serenamente, senza i fantasmi di un esonero. Ha dimostrato di aver imboccato la strada giusta, una strada fatta di bel gioco ma anche di capacità di gestione e di carattere. Lasciamolo continuare: io resto convintissima che ci porterà molto lontano.
P.S.: ringrazio Ennekappa e tutti coloro che in queste ore mi hanno fatto sentire la loro "solidarietà" per il "coro personalizzato" che mi hanno riservato i tifosi del Verona ieri. Siete carinissimi, ma, da persona abituata per carattere e per professione ad andare oltre l’apparenza, sono convinta che, per quanto le parole non fossero proprio leggere, quel coro fosse una manifestazione di affetto. Ragione per cui non me la sono assolutamente presa e anzi, ho affrontato il tutto con ironia e simpatia, andando anche a salutare di persona le persone che mi hanno dedicato quel coro. Che peraltro hanno risposto con altrettanta simpatia!
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