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BASTA SANGUE, SOLO LACRIME… MA DI GIOIA

Lo ammetto senza problemi: al gol di Baccolo stavo per mettermi a piangere dalla gioia. Ho ripetuto urlando il suo nome almeno una decina di volte e non trovavo altre parole per esprimere la magia di quel momento. Non sono peraltro stata l’unica a commuoversi: a fine gara, mentre scendevo trafelata e (incredibile!) senza voce in sala stampa, ho incrociato la mitica Ire con la sorella Elena. Ire aveva gli occhi più che lucidi, rossi e mi ha confessato: "Sì, sono scoppiata a piangere, non ci credevo!". 
La felicità è
 stata intensa per tutti gli oltre quattromila tifosi presenti allo stadio: il biondo Pietro, ad appena diciott’anni, ha regalato (e si è regalato) al popolo biancoscudato una gioia che da anni non provava. E lo spirito del Padova, determinato, combattivo, mai domo, alla ricerca disperata fino all’ultimo secondo di partita del gol della vittoria ha regalato al pubblico la sensazione che stavolta ci siamo. L’allenatore sta riuscendo meravigliosamente, un passo alla volta, a far superare ai giocatori i problemi degli ultimi anni, ovvero la mancanza di continuità, di reazione ai momenti di difficoltà e di determinazione fino all’ultimo secondo di partita. Ora questi aspetti fanno parte del Padova. Ci siamo. La strada è quella giusta. C’è ancora tanto da lavorare ma finalmente si vede l’orizzonte. Ed è sereno.  

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