E che mi vengano ancora a dire, adesso, che ho fatto male ad insistere perchè tornasse Carlo Sabatini sulla panchina del Padova.
Per carità, come ha sottolineato lo stesso tecnico, i biancoscudati sono ancora convalescenti e hanno appena messo il naso fuori dalla finestra della crisi: della serie, potrebbe anche bastare una folata di vento freddo per provocare una ricaduta.
Ma insomma io penso che c’è di che esser contenti, all’alba del big match di Cesena, posticipo di lunedì 23 marzo: il Padova non sarà ancora il bel Padova che potrebbe essere, ma solo chi è in malafede può non notare che i giocatori sono diversi da quelli di tre settimane fa. Quella particolare luce negli occhi, quell’ardore, quel cuore, quella voglia di fare una corsa in più e di dare una mano al compagno in difficoltà andando in raddoppio e sostenendo la sua iniziativa: sono tutte cose che non c’erano più e che ora sono tornate. Talmente forti e radicate nello stato d’animo dei biancoscudati che non c’è sfiga che tenga!
Contro la Samb già non c’era Varricchio, che è rimasto bloccato da una contrattura. Ci mancava solo che alla fine del primo tempo Gasparello si fratturasse lo scafoide del polso destro. Il Padova lo perderà per almeno un mese ma, di fronte all’ennesimo voltafaccia della dea bendata, non ha perso una cosa importantissima: la voglia di rialzarsi, di reagire, di dire alla sfortuna: "Tiè, sono più forte io di te!". A Cesena Sabatini dovrà reinventarsi di nuovo l’attacco (probabilmetne giocherà con Di Nardo unica punta e Filippini e Rabito mezzepunte dietro al bomberino tascabile) ma questo non rappresenta più un problema. Perchè siamo sicuri che, con la determinazione mostrata oggi, i nostri eroi potranno giocare alla pari col Cesena.
Ripeto quel che ho già detto: la tattica la alleni, la testa no. O ce l’hai o non ce l’hai. E oggi il Padova ha dimostrato ancora una volta di averla, mostrandosi immenso anche contro la sfortuna che continua a perseguitarlo.
Avanti così e ci toglieremo soddisfazioni!
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