Mi son quasi venute le lacrime agli occhi ieri, alle 17, quando, su Televideo, ho visto il risultato di Spal-Cesena (0-1) passare da rosso (provvisorio) a bianco (definitivo). Mi ero troppo scottata a Crema, quando, dopo aver esultato per il pareggio degli spallini a Novara, mi ero dovuta rimangiare tutta la gioia per il gol segnato negli ultimissimi minuti da Arma. "Finalmente", mi son detta, "il tanto inseguito aggancio è arrivato". Quanto se lo è meritato il Padova dell’ultimo mese che ha saputo vincere quattro partite di fila senza perdere mai un colpo, dimostrando finalmente quella continuità che era sempre stata il suo tallone d’Achille.
E adesso? Eh, adesso viene il difficile. Perchè l’impresa fin qui compiuta non basta, pur essendo una grandissima impresa. Bisogna fare altri sei punti e non sarà facile contro una Reggiana e una Pro Patria che, oltre ad essere due squadre fortissime, hanno motivazioni a mille e l’esigenza di vincere "per non perdere la priorità acquisita".
Sapete però che vi dico? Che ha ragione ancora una volta Sabatini quando dice che i suoi ragazzi, psicologicamente, sono nella posizione migliore. Si vede proprio in campo che ora sono tranquilli, che sanno perfettamente dove possono arrivare e ci arrivano sempre, contro ogni avversaria. Non dico assolutamente che si possono dormire sonni tranquilli, ci mancherebbe. Ma sono dell’idea che l’atteggiamento mentale che ha ora il Padova è l’ideale per affrontare e superare con profitto gli ultimi due ostacoli della stagione regolare. Gli anni scorsi, nelle ultime giornate, regnava sovrana la paura e ciascun tifoso (sfido chiunque a dire il contrario!) si augurava che dalle parti dell’Euganeo transitasse un gran colpo di… fortuna perchè sapeva, in cuor suo, che non sarebbero bastate le qualità tecnico tattiche di chi andava in campo.
Stavolta credo che i biancoscudati non abbiano bisogno di niente di soprannaturale per agguantare i playoff: basta che continuino a fare quello che hanno fatto nelle ultime quattro domeniche. Basta e avanza.
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