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CHE SHOW

Sì, lo ammetto. Ero tanto preoccupata alla vigilia di questa partita. Vedevo nel Mantova un ostacolo davvero difficile da superare. Perchè c’era Nassi che aveva voglia di rivincita, perchè la squadra di Michele Serena veniva da una vittoria che l’aveva galvanizzata, perchè noi venivamo da una sconfitta che, per quanto sdrammatizzata da tutti, anche dai tifosi, aveva lasciato un segno.

Già, un segno effettivamente lo scivolone di Crotone l’ha lasciato. Ma non è stato, come gli altri anni, un segno che ha marchiato a fuoco la squadra, intrappolandola nelle sabbie mobili della mediocrità e dell’incapacità di reagire. Stavolta il Padova non si è accartocciato su sè stesso, anzi, ha fatto l’esatto contrario: si è rialzato immediatamente in piedi e ha affrontato il Mantova con una bava alla bocca e un’aggressività che se non era da finale di Champions League poco ci è mancato.

Chiedo scusa se il riaffiorare dei ricordi e dei fantasmi degli undici anni di serie C mi ha fatto prendere un abbaglio e dubitare anche solo per un attimo delle reali qualità di questo gruppo. Ancora una volta, i biancoscudati mi (ci) hanno dato una grande dimostrazione di compattezza e mentalità vincente. Di fronte a tutto questo, davvero, non c’è scarpa viola o santone che tenga: il miglior Padova basta e avanza!

Una menzione speciale la meritano, non me ne voglia Edgar Cani, Vincenzo Italiano e Andrea Rabito. Lo spettacolo che hanno offerto oggi con i loro gol-prodezza è stato davvero d’altri tempi. Erano anni che non si vedeva qualcosa del genere all’Euganeo. Giù il cappello. 

Grazie davvero, ragazzi, per non voler mai smettere di stupire! 

 

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