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IL PADOVA HA RIACCESO LA LUCE

A Mantova si era spenta la luce. E il Padova, all’improvviso, si era ritrovato disperso in una "selva oscura che la diritta via era smarrita".

Stasera, contro il Grosseto, quella luce spenta si è trasformata in buio pesto al 15′ del primo tempo, quando Italiano è uscito in lacrime dal campo a causa di una ricaduta all’infortunio alla coscia sinistra che solo Dio sa quanto lo terrà fuori. Per tutto il primo tempo il Padova ha vagato senza meta, disorientato. Dando l’impressione di poter capitolare da un momento all’altro. 

Nel periodo di maggiore difficoltà ci ha pensato Cano a salvare la propria porta con due miracoli. Poi però, all’intervallo, è stato tutto il Padova a trovare la forza di riaccendere la luce. Resa fulgida e brillante non tanto dalle qualità individuali dei giocatori quanto, ancora una volta, dalla forza del gruppo e, soprattutto, dalla voglia di soffrire, di arrivare prima sul pallone e di nasconderlo all’avversario in ogni modo. Anche stremati dalla fatica e incapaci di muovere pure il muscolo più banale a causa della stanchezza.

No, non sono eroi questi giocatori, ma la luce che ho visto stasera negli occhi di Vantaggiato, Di Nardo, Cuffa, Morosini, Cano e perfino Bonaventura, fino a ieri "oggetto semisconosciuto" dall’ambiente padovano, mi hanno fatto capire che perlomeno hanno voglia di lottare fino all’ultimo per salvarsi. Vedere uscire Petrassi in barella, Italiano portato "a cavalluccio" da un compagno e Renzetti coi crampi mi ha convinto della possibilità di crederci fino alla fine.  

E questo mi basta per essere felice e guardare fiduciosa al derby di sabato a Trieste.  

 

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