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E’ CRISI, MA GESTIAMOLA COI NERVI SALDI

Una volta, tanto tempo fa, quando ero ancora agli inizi della mia storia di collaboratrice sportiva al "Mattino di Padova", venni "sparata" ad una partita che iniziava alle 20,45. Sinceramente non ricordo che partita fosse. Ricordo però come fosse ieri che entro le 22,45 il pezzo (abbastanza lungo) doveva essere inviato perché il giornale doveva chiudere e io, ancora un po’ inesperta, andai nel panico più totale perchè a quell’ora l’articolo non l’avevo finito. Non riuscivo più a scrivere. Ero bloccata. Il redattore che era di notte mi chiamò più volte e con toni anche molto accesi subito dopo il fischio finale della gara perchè voleva il pezzo a tutti i costi ma quando sentì che ero in difficoltà dal punto di vista emotivo si calmò e mi disse, testuali parole: "Capita di avere un momento di difficoltà, Martina. Ma devi imparare a stare tranquilla e a gestire la paura di non farcela perchè se già la situazione è difficile, con il panico diventa impossibile". Insomma con la paura il difficile diventa insormontabile. Alla fine buttai su il pezzo in pochi minuti, lui ci mise un po’ le mani aiutandomi e tutto andò a finire bene.

Se ci ripenso, come in tante altre occasioni, mi vien da sorridere. Perché adesso, con l’esperienza maturata in tanti anni, mi sento di essere in grado, come tutte le persone che svolgono da anni e anni il proprio lavoro, di venir fuori da certe situazioni di urgenza o difficoltà. Magari non con un articolo o un servizio da premio Pulitzer (quelli non li faccio neanche quando ho il giusto tempo a disposizione!) ma sicuramente con una prova da 6 meno meno sì. 

Questo preambolo per dire che il Padova è certamente incappato nella prima vera crisi stagionale. Due sconfitte di fila contro Vicenza e Varese, maturate come sono maturate, ci mostrano una squadra in evidente difficoltà soprattutto per quanto riguarda la fase difensiva. Agliardi alterna parate da portiere di serie A ad amnesie francamente inspiegabili (il terzo gol del Varese di ieri, spiace dirlo, ma ce l’ha lui sulla coscienza e poi non sembra dare alla retroguardia la sicurezza che le serve), Trevisan si dimentica un po’ troppo spesso dell’uomo che dovrebbe marcare al centro dell’area sulle palle inattive, Crespo idem. C’è poi da dire, giusto perché la fase difensiva la fa tutta la squadra e non solo i quattro dietro, che quando c’è Italiano a centrocampo ci vuole sempre un Jidayi che lo affianca e lo copre per lasciargli esprimere le sue importanti qualità nell’impostazione. Se invece c’è Gallozzi, ottimo corridore ma senza le caratteristiche d’interdizione, è chiaro che qualcosa di troppo si concede all’avversario. In questo senso, l’infortunio di Vicente è stato deleterio: il brasiliano lì in mezzo aveva garantito molto equilibrio.  

Sono tutti aspetti sui quali Calori deve riflettere e lavorare, anzi sui quali l’allenatore biancoscudato sta già riflettendo e lavorando. Sono abbastanza serena nonostante la doppia sconfitta abbia fatto ricomparire i fantasmi della scorsa stagione e delle nove sconfitte quasi di fila. E questo perché alla guida tecnica del Padova ci sono due persone esperte come Foschi e appunto Calori. Sono convinta che non si lasceranno prendere dal panico, facendo peggio del peggio. E sono sicura che, magari con qualche prestazione da 6 meno meno, il Padova uscirà da questa situazione, magari meno spettacolare ma più forte nel carattere, che è la cosa più importante.

Ad Ascoli la prima prova del nove. 

 

  

 

    

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