Il primo pensiero di questo post va a Davide Succi. Non sono una che ama piangersi addosso, ma davvero la rabbia stavolta fatica a passare. E’ vero, nel calcio bisogna mettere in preventivo che gli infortuni sono situazioni che facilmente si verificano, ma quando è troppo è troppo. El Shaarawy fuori quasi tre mesi per una tendinopatia bilaterale alle ginocchia, Vantaggiato un mese e mezzo per uno stiramento, Di Nardo quasi due mesi per un problema all’adduttore, Di Gennaro dalle sei alle otto settimane per una lesione muscolo tendinea al retto femorale, Portin tre settimane per un indurimento del polpaccio. Devo continuare? Comincio a pensarla come il mio collega veronese Gianluca Vighini che, in un’analisi sull’Hellas di qualche tempo fa, tirava in ballo la categoria "sfiga". Aveva ragione lui: la sfiga esiste e, nel caso del Padova, ci vede pure benissimo. Purtroppo, oltre ad allargare le braccia e a sfogarci qui sul blog maledicendo la malasorte, non possiamo fare. Non ci resta dunque che fare un sincero e affettuosissimo "in bocca al lupo" a Davidone perché si riprenda nel minor tempo possibile, anche se purtroppo per lui la stagione finisce qui.
Dopo la doverosa premessa dedicata al bomber che tanto ci ha fatto sognare in questa prima parte di campionato (e, siamo sicuri, continuerà a star vicino alla squadra anche con le stampelle e quant’altro fino alla fine!), passiamo all’analisi della partita. Il Padova mi è piaciuto molto nel primo tempo e per gran parte della ripresa. Compatto, ordinato, ma allo stesso tempo offensivo, spregiudicato. El Shaarawy ha realizzato un gol straordinario e pure De Paula, che si è ritrovato a dover entrare in campo nel giro di pochi secondi dopo l’infortunio di Succi, si è ben comportato. Sia come approccio che come contributo pratico (ha provocato lui, con un siluro dalla distanza il corner da cui è nato il gol del Faraone e nella ripresa ha pure preso un palo, oltre a conquistare diversi palloni di testa).
Purtroppo, anche stavolta, la sensazione è che sia mancato il famoso centesimo per fare l’euro. Il Padova aveva saldamente in mano le redini della partita, ma quando ha subìto il pari di Porcari (anche in questo caso Cano è incolpevole, esattamente come contro Rolando Bianchi del Torino sabato scorso) si è smarrito. Porcari, proprio come Bianchi, ha indovinato un tiro dalla traiettoria incredibile e imprendibile, ma il fatto di non avere colpe specifiche sull’azione che ha portato al pareggio non ha impedito alla convinzione che fino a quel momento aveva accompagnato i biancoscudati di eclissarsi. Dopo aver preso il gol, è subentrata la paura.
In generale non si può dire che il Padova non abbia messo, di settimana in settimana, qualcosa in più della precedente. Però, per arrivare a costruire la squadra che vuole, Calori deve lavorare ancora un po’ nella convinzione e nella cattiveria. Sperando ovviamente che gli infortuni la smettano di attanagliare i suoi ragazzi e che la fortuna, ogni tanto, si ricordi che esiste anche il Padova!
P.S.: giusto, Giacomo: mi son scordata del primo della lista, secondo per gravità dopo quello di Succi: il ginocchio di Vicente! Che dire… di sicuro non ci facciamo mancare niente, ma spero che queste avversità facciano nascere ancora di più nei ragazzi la voglia di essere più forti di tutto e di tutti!
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