Sono convinta al mille per cento, e nessuno potrà mai togliermi dalla testa questa idea che, se avessimo ancora Davide Succi e Davide Di Gennaro perfettamente integri in rosa, saremmo in una zona assolutamente tranquilla della classifica e non ci saremmo mai infilati in questa chiazza di sabbie mobili.
Sono altresì sicura che Alessandro Calori, che domani verrà esonerato per lasciare la panchina probabilmente ad un sergente di ferro di quelli di lungo corso, ha fatto un lavoro eccellente fin dal primo giorno in cui si è insediato al Padova. Certo a tratti si è intestardito, qualche volta si è dimostrato in difficoltà, in alcune partite ha preso delle decisioni poco comprensibili e, soprattutto, non ha sempre tenuto presente che Padova non è Portogruaro: però questi sono piccoli passi falsi dovuti all’inesperienza, passi che avrebbe senz’altro raddrizzato da solo col tempo, arricchendo il suo personalissimo bagaglio di esperienza e crescendo insieme alla creatura che stava forgiando. Una creatura che, ribadisco, è stata molto bella finché una botta terribile di infortuni non l’hanno privata di due dei suoi migliori elementi e, a turno, di tanti altri giocatori per periodi più o meno lunghi (penso anche a El Shaarawy, out tre mesi per curarsi le ginocchia e ora ridotto all’ombra del talento di inizio anno perché ancora dolorante!).
Purtroppo si è costretti ancora una volta a voltare pagina sul più bello che si aveva nitida la sensazione che si stava costruendo qualcosa di importante. Si azzera tutto di nuovo. Ecco perché stasera, immersa nel vuoto che mi pervade, mi vien solo da dire: 1) mi dispiace infinitamente per l’uomo e allenatore Calori. 2) pensiamo a portare in salvo la pellaccia e prima possibile. La prossima estate poi si penserà a costruire di nuovo un progetto, sperando che stavolta sia degno di tal nome.
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