Era più che mezzo pieno questo maledetto bicchiere dopo l’1-1 casalingo con l’Atalanta. Il pari di Empoli ha aggiunto qualche goccia riempiendolo ancora un po’, ora, coi tre punti di oggi in rimonta sul Portogruaro, siamo quasi all’orlo. Dico quasi perché comunque i punti di distacco dai playout restano solo 6 e stiamo parlando del Padova, che, nel bene e nel male, ci ha abituato sempre a tutto, tirandoci sempre fino all’ultimo attimo dell’ultima giornata.
Questa vittoria bellissima mi ha regalato, oltre a preziosi punti salvezza che ci avvicinano sempre più all’orlo del bicchiere, anche una convinzione in più: che la prossima estate questa squadra deve ripartire da Alessandro Dal Canto come allenatore. Lo so, è presto per parlare della stagione 2011-2012 (anche se Cestaro oggi ha detto chiaro e tondo di aver già dato mandato a Foschi di costruire una squadra con un budget importante: il ds dovrebbe quindi rimanere), lo so che se poi le cose non andranno come devono in molti mi scriverete qui che ci voleva un allenatore navigato, uno forte, che già Sabatini e Calori hanno pagato a caro prezzo l’inesperienza, ma questo ragazzo di 36 anni sta regalando al pubblico troppe emozioni e troppa gioia. Non si può il prossimo 30 maggio dirgli: "Ok, grazie, torni pure ad allenare la Primavera". Non si può cancellare tutto quello che sta facendo. Non si può non dargli l’opportunità di continuare un lavoro che sta portando avanti in maniera eccellente, con scelte perentorie anche se per qualcuno impopolari, tipo l’esclusione di Di Nardo dai diciotto di oggi, e con un’idea sempre concreta e in evoluzione di gioco.
Io almeno la penso così. Chiunque altro dovrebbe ripartire da zero. Ricreare nuovi equilibri. E invece, da che mondo e mondo, i risultati si ottengono costruendo un po’ alla volta. Perché allora buttare giù quel che già si è eretto in questo mese?
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