Datemi il pizzicotto più forte che riuscite!
Avevo delle sensazioni che dire nere era dire poco alla vigilia di questo derby. Pensavo e ripensavo agli ultimi precedenti, all’1-2 dell’anno scorso all’Euganeo e all’arbitro Saccani, allo scialbo (per non dire di peggio) 0-0 del ritorno al "Menti", all’immeritata sconfitta del girone d’andata di quest’anno sempre per 2-1, al termine di una delle sfide meglio giocate in trasferta fino a quel momento. Tutti questi infausti e nefasti ricordi mi attanagliavano, mi passavano davanti continuamente. Non ero sola peraltro in questo mio delirio: mi sono scambiata tantissimi messaggi con Lisetta questa settimana e anche lei provava i miei stessi presagi. Ci siamo fatte molto coraggio a vicenda e alla fine le cose sono andate come meglio non potevano. I biancoscudati hanno offerto ai tifosi, meravigliosi, il più bel regalo di Pasqua del mondo. Un regalo che resterà per sempre nei loro (nostri) cuori.
Giusto qualche giorno fa, mentre cercavo nelle vecchie cassette tutti i gol di Rabito per montare la copertina da dedicargli martedì sera a "Biancoscudati channel", mi sono imbattuta in un altro derby memorabile: Padova-Venezia, 4-1, del 28 ottobre 2007. Sfida che commentai, ironia della sorte, allo stadio Euganeo affiancata da un novizio Alessandro Calori, che all’epoca conoscevo appena. Che emozione rivedere il colpo di testa di Mastronicola, il destro al volo di Di Nardo, la rete di Muzzi in contropiede (Muzzi che esultò remando come un gondoliere, rispondendo così a Scantamburlo che, in occasione del momentaneo 0-1 del Venezia, aveva mimato una gallina per prendere in giro il simbolo di Padova) e il 4-1 finale di Rabito appunto. Mi son detta: "Magari col Vicenza finisse così". Secondo voi quanto felice posso essere di poter scrivere: detto, fatto? Tanto, di più.
Di questa serata magica mi resteranno impressi molti fotogrammi. Non scorderò mai l’abbraccio finale di tutti i giocatori a centrocampo, Italiano che fa roteare la maglia come una bandiera davanti alla Fattori prima di gettarla ai tifosi, il sorriso compiaciuto di El Shaarawy che, giorno dopo giorno, sta diventando sempre più "signorino", Dal Canto che entra in campo per esultare al secondo gol di De Paula ma allo stesso tempo è dispiaciuto per non aver visto segnare Ardemagni che "se lo meritava per l’impegno messo in campo". E la doppietta di classe di De Paula? E Hochstrasser che tenta di scavalcare il parapetto della tribuna per andare ad abbracciare chissà chi? Tanta, troppa roba.
Non posso che chiudere da tifosa dicendo, anzi urlando: grazie Padova. Grazie Dal Canto. Il calcio è passione. Il calcio è credere in un gruppo e nel suo allenatore, sognare di vivere una favola, non vedere l’ora di assistere ad una partita dei tuoi eroi per scoprire nei loro occhi che brillano una sensazione nuova, mai vista prima. Sarò l’eterna, inguaribile e ingenua romantica, ma la penso così. E ora questo Padova, con questo allenatore, mi (ci) sta regalando tutto questo.
Buona Pasqua a tutti! E un grazie di cuore ad Alessandro che mi ha caricato nello scooter a 300 metri dallo stadio per farmi arrivare in tempo a fare le interviste del dopo partita! Senza di lui, imbottigliata nel traffico, non ce l’avrei mai fatta!
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