Che gioia oggi a fine gara poter gridare: "Salutate la capolista". Mai avrei pensato che il Padova sarebbe andato a "maramaldeggiare" così in casa dell’Empoli, laddove, due anni fa, era stato l’undici toscano a rifilargli un 4-0 senza storia, facendolo precipitare nelle zone basse della classifica e nella paura di ritrovarsi a tu per tu con lo spettro della retrocessione.
Tutto passato. Tutto cancellato. Oggi il Padova è una squadra forte e quando dico forte non dico solo che ha Cacia, Cutolo, Italiano, Milanetto e Schiavi (tanto per citare qualcuno dei suoi fuoriclasse) ma dico, e anzi sottolineo, che ha un grandissimo carattere. Che gli permette di andare sotto a Empoli dopo pochi minuti e di recuperare la partita senza perdere il filo del gioco, la compattezza e i nervi saldi. Tutti i giocatori della rosa, poi, sono motivati al punto giusto: non può più essere considerato un caso se chi entra per la prima volta nell’undici titolare non solo gioca benissimo ma gode, nella stessa giornata, perfino della gioia di andare in gol. Oggi è successo a Portin, altre volte, andando a ritroso nel calendario, a Cuffa, Cacia, Italiano e Milanetto. Il merito è di un allenatore bravissimo a far sentire tutti partecipi del progetto alla stessa maniera, non è certo una cosa facile.
Non so se rimarremo primi. Il Torino è forte, il Brescia pure, la Sampdoria anche. Però con questo temperamento e questa qualità possiamo davvero andare lontano e giocarci fino alla fine il nostro sogno. Un sogno che non nominiamo ancora, ma che abbiamo inciso nel cuore a caratteri cubitali.
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