Ho incontrato per la prima volta di persona Carlo Sabatini a Bresseo. Era un giovedì pomeriggio di inizio 2008. Io stavo arrivando per realizzare alcune interviste a fine allenamento (allora il tecnico era Ezio Rossi), lui stava andando via perchè aveva appena terminato di disputare la partitella con la sua Berretti contro i biancoscudati. Ci siamo fatti un saluto veloce (entrambi sapevamo chi era l’altro pur non essendoci mai incontrati di persona) ma son bastati la sua vigorosa stretta di mano e lo sguardo schietto e dritto perchè fosse stima a prima vista (almeno da parte mia).
Qualche tempo dopo il presidente Cestaro decide che la squadra non può arrivare a fine campionato con Rossi, lo esonera e, prendendo esempio dall’Hellas Verona che aveva dato poco tempo prima con successo in mano la squadra al tecnico della Berretti Pellegrini, offre a Sabatini la grande opportunità dandogli in mano la prima squadra. Be’, mi son bastate due conferenze stampa, quella di presentazione del suo nuovo incarico e quella prima di Padova-Sassuolo (1-0 gol di Rabito), per confermare in pieno la prima impressione che avevo avuto di lui. "Amo mia moglie, ma amo da morire anche il Padova. Sono disposto a qualunque cosa per riportarlo dove merita di stare", fu la sua prima frase. Da allora è stata tutta una escalation: Sabatini si è dimostrato sempre disponibile nei confronti di tutti, a tutte le ore. Ha lavorato sodo sul campo, mettendo l’impegno di chi sa di giocarsi una chance importante ma allo stesso tempo l’umiltà di chi sa di avere sempre da imparare. Ha superato tutti i problemi legati ai tanti infortuni e ha cambiato la sua idea iniziale di modulo quando era il momento giusto. Ha inoltre fatto un piccolo miracolo anche fuori dal campo, alleggerendo col sorriso le situazioni di tensione, difendendo sempre a spada tratta i suoi ragazzi, anche quando magari i risultati sul campo dicevano che non lo avrebbero meritato, e non cadendo mai nella banalità o nella retorica. Sabatini ha sempre risposto a tutte le domande, anche quelle più scomode, e, nei limiti dei (sacrosanti e giustamente inviolabili) segreti dello spogliatoio, ha sempre detto la verità a tutti, tifosi e giornalisti.
Mi ha poi letteralmente folgorato il discorso che ha fatto a Natale durante la festa dedicata al settore giovanile. Quando gli è stata data la parola ha mollato il microfono sul tavolo, ha iniziato a passeggiare tra i ragazzini parlando come se fosse all’interno di un grande spogliatoio, ne ha fatto alzare uno in piedi e parlando a tutti ha detto: "La vedete questa maglia? Dovete sempre essere orgogliosi di indossarla perchè quella in cui avete la fortuna di imparare a giocare a calcio è una signora società che vi farà diventare grandi uomini oltre che bravi giocatori. Non dovete mai smettere di onorarla". Son venuti i brividi a me, figuriamoci ai bambini che lo ascoltavano tutti non riuscendo a togliere i loro occhi dai suoi.
Capite ora veramente perchè tutto questo non poteva finire lo scorso 13 gennaio, quando Cestaro, invece che difenderlo e fare quadrato attorno a lui dopo lo 0-0 di Legnano, ha deciso che era meglio cambiare allenatore? Capite perchè, nonostante qualche errore frutto solo dell’inesperienza e non certo dell’incompetenza, Sabatini doveva rimanere e portare a termine la missione per la quale era stato chiamato? Capite perchè, qui nel blog, sono diventata pedante e ripetitiva a forza di difendere il suo operato e chiedere a Cestaro di riportarcelo? Non era giusto che, dopo aver atteso in silenzio per vent’anni, mettendo tutta la sua passione e la sua professionalità al servizio del settore giovanile, l’occasione della sua vita sfumasse così, in un modo così assurdo e la storia di questi giorni mi ha dato ragione.
Era d’obbligo il lieto fine in questa favola, la favola dell’umile operaio che, contando solo ed esclusivamente sul proprio patrimonio umano e professionale e senza la benchè minima raccomandazione, arriva meritatamente in alto.
Ora che questo lieto fine è stato scritto e il sogno di riportare il Padova in B il mister lo ha realizzato con le forze sue e del fantastico gruppo che ha avuto a disposizione, sono ancora più felice di sapere che la prima mossa del presidente Cestaro è stata quella di tenerselo ben stretto. Carlo Sabatini allenerà il Padova anche in B. E ci porterà, ne sono sicura, ancora più in alto.
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