Finisce la diretta di "Tuttocalcio", mi infilo in macchina e mi fiondo allo stadio Euganeo. Sul vialetto che porta al cortile interno son costretta a rallentare perché ci sono altre auto in uscita che devo far passare. Un tifoso mi batte sul finestrino: abbasso il vetro e mi sento dire, ovviamente con ironia: "Dai oggi è andata bene. Abbiamo vinto 4-1". E via col primo travaso di bile.
Entro in sala stampa e trovo Riccardo Prisciantelli, direttore sportivo della Triestina, che parla con alcuni colleghi e dice, ovviamente scherzando e ovviamente contento come una Pasqua: "Ho incontrato il vostro presidente Cestaro. Volevo quasi scusarmi perché mai avrei pensato che finisse così con tutte le occasioni che avete avuto voi…". Il mio fegato a quel punto era ormai irrimediabilmente rovinato!
E’ stata solo una giornata storta? Non lo so. Di sicuro so che c’è un solo modo per scoprirlo: vincere a Bergamo sabato prossimo contro l’AlbinoLeffe. Non vedo altre soluzioni per cancellare la beffa di oggi e ripartire sulla strada che porta ai playoff. La prova d’appello sarà quella e il Padova dovrà, senza scuse, senza "se" e senza "ma", portare a casa la prima vittoria esterna della stagione.
Che succederà se così non sarà? Che diventerà pesantissimo il processo alla squadra e, in particolare, al mercato di gennaio che già ora sta iniziando a scatenarsi. Si comincerà a dire che De Paula lo abbiamo inseguito a lungo per niente, che Ardemagni non incide come dovrebbe perché la tranquilla piazza di Cittadella non è equiparabile alle pressioni di Padova, che non serviva a niente Hochstrasser (visto che poi oggi nemmeno era in panchina). Sì, si metterà in moto esattamente questo meccanismo. Anzi, si è già messo in moto.
Il Padova lo sa. E’ per questo che, se vuole spegnerlo sul nascere, deve rispondere presente sabato prossimo. Assolutamente. Ribadiamo: senza scuse, senza "se" e senza "ma".
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