Sì, è vero. Fa rabbia avere il 2-1 in mano e non riuscire a gestirlo. Viene il nervoso se si pensa a come Valdifiori è riuscito a trovare una traiettoria così morbida e ingannevole calciando di potenza. Dispiace vedere Cuffa ridotto all’ombra di se stesso.
Però, anche se la prima sensazione è quella del rammarico per un punto che potevano essere tre, è giusto pensare a come stavamo solo tre settimane fa. Eravamo una squadra in confusione, incapace di mettere in pratica anche solo i passaggi più elementari e banali. Il gol era diventato una chimera, le ultime due segnature erano arrivate su calcio di rigore, a Bergamo contro l’AlbinoLeffe (nella partita poi persa 2-1 negli ultimissimi secondi) e a Cittadella, quando ormai la partita era sul 3-0 per i granata. Poi solo tanti errori, a testimonianza di uno stato d’animo tutt’altro che tranquillo.
Alessandro Dal Canto ha già compiuto una sorta di piccolo miracolo: ha restituito alla squadra la fiducia e la serenità che le erano venute a mancare. Ha rimesso gli uomini al loro posto, mettendoli nella condizione di rendere al meglio, ha fatto nuovamente vedere ai tifosi delle azioni di gioco degne di tal nome. Cinque punti in tre partite sono un bottino di tutto rispetto.
Certo, c’è da lavorare ancora. C’è da affinare quel che si è ricominciato a fare. Ma il bicchiere, per quel che mi riguarda, continua ad essere mezzo pieno, anzi il punto di Empoli ha alzato ancora un po’ il livello.
Ora ci vogliono tre punti contro il Portogruaro per poter dire che è pieno quasi del tutto.
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