Eccomi qua. Chiedo scusa per il ritardo, ma, come ben potete immaginare, in questi giorni, tra la storia dei biglietti e quella del Faraone che non torna dalla Polonia, non ho avuto molto tempo per dedicarmi al blog, pur leggendo tutti i giorni i vostri commenti.
Scrivo ora ribadendo semplicemente una cosa che ho postato pochi minuti fa anche sul mio profilo di Facebook: se il Torino si è raccomandato così tanto alla Figc di far rispettare le regole (che purtroppo ci sono e sono chiare) e dunque di non far tornare a Padova Stephan El Shaarawy in tempo utile per partecipare alla sfida di domenica, vuol dire che, scusate il francesismo, se la sta facendo sotto ben più di noi. El Shaarawy è un grandissimo giocatore, è un talento di qualità indiscusse, ma è pur sempre UN elemento della rosa. UN giocatore di undici che scendono in campo. Certo, urta il sistema nervoso sapere che Cairo ha spinto all’inverosimile perché restasse in Polonia, ma credetemi che questo elemento, se lo guardiamo da un’altra prospettiva, non può che farci capire che il Toro ha paura di non farcela. Fallire l’obiettivo per loro sarebbe più che deleterio, visto il clima surreale che si respira da quelle parti e la contestazione manifestata in più occasioni dai tifosi nei confronti di società e squadra. E se si sono dati così da fare per tenere lontano dalla partita un solo giocatore del Padova, vuol dire che un po’ "presi con le bombe" sono.
Il Padova, quest’anno, si è esaltato moltissimo nelle situazioni più difficili: ai giocatori non resta che essere più forti di tutto e di tutti (anche del mancato ritorno di El Shaarawy) pure questa volta. In fin dei conti in panchina il Padova ha Di Nardo, Vantaggiato e pure Rabito e Drame. Chiunque venga scelto per sostituire il piccolo Faraone, farà la sua parte e la farà con una motivazione e un orgoglio senza pari.
A me personalmente, delle due rotture di scatole che sono piombate sul Padova nella settimana che doveva essere la più bella dell’anno, fa più incazzare (scusate il secondo francesismo!) quella della mancata concessione di biglietti ai padovani oltre il settore ospiti. Onesta e sincera: a me il direttore generale Sottovia ha detto di aver fatto di tutto per cambiare questo stato di cose, di aver coinvolto questura e prefettura di Padova. Può essere che non l’abbia fatto con abbastanza forza e determinazione e che, come dice qualcuno di voi, sia il più grande incompetente esistente sulla faccia della terra, per carità: rispetto l’opinione di ciascuno di voi e qui potrete esprimerla ogni volta che lo vorrete. Ma sinceramente di tutta la faccenda a me lascia molto più perplessa l’ordinanza della Prefettura di Torino che ha vietato la vendita di biglietti oltre il settore ospiti. L’Osservatorio e il Casms non hanno giudicato questa partita tra quelle pericolose per l’ordine pubblico. Perché ridurre così all’osso la disponibilità di biglietti per i padovani? Così facendo la Prefettura di Torino rischia di ottenere l’effetto contrario rispetto a quello che voleva perseguire perché in tantissimi partiranno per Torino anche senza biglietto. Una volta lì, che farà la Polizia? Li farà entrare ugualmente, come fu due anni fa a Busto, o li terrà fuori col rischio, a quel punto davvero concreto, che ne nascano forti malumori e incidenti?
Tutto questo sì che si poteva evitare.
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