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DUE PADOVA IN UNO, RIPARTIAMO DA QUELLO GIUSTO!

Pazzesca. Incredibile. Non riesco a trovare un aggettivo che descriva appieno questa vera e propria "rumba" patita stasera dai biancoscudati all’Ossola di Varese.

Se la gara fosse iniziata e poi finita allo stesso modo, starei senz’altro qui a parlare di serata storta. Di partita sbagliata. Di approccio negativo che ha poi trascinato i padovani alla sconfitta. Invece la cosa più inquietante è che il Padova l’ha iniziata benissimo e per 45′ minuti l’ha pure dominata. Pronti via: colpo di testa di Cacia, Bressan fa il miracolo; sinistro dal limite di Cutolo alto sugli sviluppi di un’azione combinata tra Lazarevic e Cuffa; girata di destro di Cuffa altro miracolo di Bressan; corner dalla destra, doppio tentativo sotto misura di Bovo. Non sono idee o opinioni. Sono fatti. Se al riposo il Padova ci fosse andato in vantaggio di due gol, neanche i tifosi del Varese se ne sarebbero potuti risentire.

E invece è successo l’imponderabile, di più l’inimmaginabile: all’inizio della ripresa, il Varese ha trovato il vantaggio e il Padova, in quella stessa partita in cui fino a cinque minuti prima aveva fatto il diavolo a quattro, anziché reagire come ha sempre fatto in tutte le occasioni in cui è andato sotto (e sono state più d’una) si è progressivamente lasciato andare senza più capirci nulla. Abbiamo insomma visto due Padova in uno, il primo determinato e pericoloso come al solito, il secondo senza nemmeno un briciolo di lucidità e idee chiare.

Nel tentativo di raddrizzarla Dal Canto ha rinunciato ad un centrocampista per mettere un attaccante in più, ma forse lo ha fatto che mancavano ancora tanti minuti alla fine e gli equilibri sono saltati troppo presto. Marcolini per la prima volta non è partito nell’undici titolare e forse per la prima volta abbiamo capito quanto è importante la sua presenza, anche se poi è stato gettato nella mischia (ma quando però i centrocampisti erano rimasti solo in due!). Cutolo era in serata no, Lazarevic purtroppo lo è da un po’, Perin, dopo aver fatto tre-quattro parate strepitose, è incespicato e ha trasformato un’azione del Varese innocua in un calcio di rigore che si doveva evitare. Sto buttando giù un po’ di possibili risposte ai perché di questa sconfitta.

Di sicuro c’è che si tratta della prima vera sconfitta della gestione Dal Canto, perché a Bergamo con l’AlbinoLeffe si era perso solo di un gol su un rigore che non c’era e si meritava assolutamente almeno il pari. Un perché a ciò che è successo dunque occorre trovarlo presto e senza che ci siano altre conseguenze. Io sono certa che l’allenatore lo troverà e porrà rimedio ad una situazione che, comunque, lo ricordo ai più pessimisti, ci vede sempre secondi in classifica.

Tempo per tirare su la testa ce n’è e le sconfitte servono per imparare. Guardiamo dunque con fiducia al derby di sabato prossimo col Vicenza all’Euganeo: forse arriva proprio al momento giusto e ci caricherà dello spirito ideale per reagire immediatamente.

I gatti neri però mi facciano il favore di non cominciare con le solite litanie, della serie "E’ già finito il mito di Dal Canto" e, peggio ancora, "Dal Canto non arriverà al panettone". Oltre ad essere cavolate in questo momento, frasi come queste non fanno bene. Per niente.  

 

 

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