Ieri mattina ricevo la telefonata di un Amico che mi considera un Amico e mi dice "..è arrivato il risultato dell’esame istologico di mio figlio, te lo leggo: tumore."
In casi come questi APPARE inutile cominciare la sequela del : "operabile", "chemiocurabile", "radiocurabile".
"Appare" ma invece non lo è, perchè l’Amico ha bisogno di "questo" ed io pure, parlarne.
L’Amico sa anche che in ogni momento, se sentisse in crisi il proprio equilibrio nervoso e la propria "tenuta", può tranquillamente mandarti a "fanculo", perchè TRA NOI DUE "si usa così".
Quindi trova anche la forza per un’amarissima ironia sul fatto che "ne ho le palle piene di avere quella sfondrata "fortuna" di essere quello dell’UNO per CENTO…
Perchè il Medico gli ha detto: "…nel 99% dei casi quel tumore non riguarda uno con l’età di suo figlio…", "…ma nel 99% dei casi, dopo l’aspotarzione chirurgica dell’organo interessato, non ci sono di norma complicanze.."
"Va bon, eto capido ?"…"me par de sì…"…"..se sentemo doman.."…"mi dirìa quando te vol"…ciao…ciao.
Nello stesso giorno, cena in tavola, ricevo un’altra telefonata : "…ciao arda che sto rivando lì co me mojer parchè è sucessa na disgrasia..".
La "disgrazia" me l’aspettavo da tempo: suo figlio ricoverato in Ospedale per quel tipo di "overdose" che accade a quelli che da tempo non si "bucano" ma si sono "bucati" molto.
Chiedo a Wayua, la mia moglie Africana, di sparecchiare in fretta per togliere agli amici in arrivo qualsiasi motivo di ulteriore disagio, lei mi guarda un po’ sorpresa ma in un minuto la tavola è linda.
"Come e dov’è successo…al solito…etc."
La madre, senza più una goccia di lacrima per piangere, viene riaccompagnata a casa dopo che insieme si è deciso il CRUDO "da fare" nei giorni seguenti.
L’Amico ritorna, apro una bottiglia di "Cortese del Piemonte" che non amo perchè è frizzante(e lui beve solo quello) e cominciamo a parlare: "…vedo che t’è comincià a capir qualcosa de vin…ma secondo ti cosa femo dominica a Potensa…bastaria un ponto me par…seto che forse te ghè rezon ti Nino…che el Pensalfini el zuga con un modulo che no l’è mia propio adatto a lu…però el g’à fosforo e el ghe ne vien fora..".
Nel frattempo trovo i "tempi giusti" per chidergli come va l’Alzeimer di sua madre e com’è il decorso post operatorio dell’intervento sul tumore al seno di sua moglie (quella senza più una lacrima).
"…sa vuto in sto momento sto pensando dalbòn sel Paròn el g’à intensiòn de serar botega parchè "alora"(sic !!!) sì che tuto el diventa un casìn…".
"Comunque ho deciso, se el sera me buto dal Ponte…e ho selto el Garibaldi parchè l’è visìn a casa tua e vorìa che al "momento" te ghe fussi solo ti e che te me dessi na man.."
"..e come no "Carlo"(nome di fantasia)…ansi te compro anca un giubìn PIOMBATO così te resti sul fondo e no ghè el riscio che te te fai SOLO del mal e che magari te me resti paralizado parchè no me vedo mia urtarte la carossina e che magari se te scapa la pipì …te me domandi che te daga na MAN…era.."
"…giusto!…te si n’Amigo dalbòn…mi no gavaria mai pensà…no ò mai voludo studiar…ma par fortuna che te ghe sì ti…".
"…bon ciao, grassie de TUTO e scusame cola "Nensi" (Nancy Wayua…sempre mia moglie) per tuto el casìn che vo dato stasera…ciao dame un basìn…te ciamo doman…ghe conto "Carlo"…ciao"
Nei due "episodi" non c’è una VIRGOLA tolta od aggiunta.
FORZA RAGAZZI..!!.. ancora di più di quella straordinaria che ho percepito in voi.
NOTA a "margine": con fatica ho tradotto tutto a Wayua, che si è molto rammaricata, come può, anche perchè è legatissima alla seconda coppia mentre non conosce ancora la prima, dove peraltro eravamo stati invitati a cena.
Ma nei suoi occhi e nel suo dire, ho avuto la NETTA sensazione che avesse già visto "tutto" nonostante la giovane età.
Forse là non sparecchiano la cena, o forse non l’apparecchiano nemmeno.
A novemila chilometri da qui.
serendipity1947@gmail.com
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