Aspettando una Musa che Ispiri (di "brutte muse" ne vedo già abbastanza alla Domenica e ci bevo pure assieme…) "temporeggio".
Lo faceva Quinto Fabio Massimo ti puoi immaginare se non lo posso fare io.
Come nel Topic precedente dice "saggiamente" Hellassa (cosa peraltro da tesaurizzare vista la rarità dell’evento..), è troppo facile parlare con le "scarsèle" degli altri visti i tempi che corrono, dove "magri" è un pietoso eufemismo.
La mia "scarsèla" non si dissocia da questo andazzo.
Bene, avendo una moglie che per "apprezzati motivi" sa usare ago e filo (lo insegnavano nelle loro scuole fino al ’99, come si faceva un tempo da noi e si chiamava Economia Domestica) m’è venuta la fissa di "sfruttare" questa sua abilità.
A causa di un alluce che rimane "dritto" , in ciò andando in assoluta contro-tendenza col resto dei miei organi.., buco un paio di calzini alla settimana.
Scartata l’idea di usare il "salvacalze" in uso presso le Dame (almeno fino ad una decina d’anni fa) e scartatissima l’idea di comperare al "compri una e prendi tre" (tanto se non devi "cuccare", nessuno ti guarda la qualità delle calze), abbiamo deciso per "l’ago ed il filo".
Lei se la cava alla grande…ma il risultato non mi sembrava come "quelli di una volta".
Girèla, oltèla, misièla, c’era qualcosa che mi sfuggiva ma che era fissa nella mia memoria di ragazzino almeno quanto quelli che ricordavo come "rammendi invisibili".
Poi la "folgorazione"…l’ovo…ecco che cosa manca…manca l’OVO de LEGNO !
Quell’oggetto si materializza nella mia mente : era un uovo di legno che la premiata Ditta "madri & nonne" infilava nella calSa, veniva orientato verso il tallone (allora eravamo molto "zò de pesòn", in sto blog al massimo in tre sapranno tradurlo-n.d.r.) e la punta, el "buso" si distendeva ed il rammendo diventava semplice, efficace, "invisibile" appunto.
Ne descrivo la "magia" a mia moglie nel mio "inimitabilissimo" Italiese ("wood’s egg"..ahaha…traduco così perchè mi capisca) e la trascino, accompagnato dalla sua "curiosa perplessità", nell’unico posto dove poteva essere in vendita in Città.
Si tratta del "mitico" Cassetta, un autentica botega-Bazàr che a dispetto dell’ essere collocata da quarant’anni nella Via dei "Siòri" (Via IV Novembre..), espone la merce (migliaia di articoli per la casa !) alla…rifusa e spesso accatastata.
Il titolare, brusco (da sempre) come un bicchiere di Corvìna, alla mia richiesta risponde con un "NISBA" inequivocabile ed irremovibile.
Insisto :
– "…el me scusa siòr Cassetta (mai saputo se si chiami davvero così) ma secondo lu andove podarìa trovar n’atresso così…?"
– (infastidita risposta) "..no savarìa, l’è ani che no i me propone na roba cozita e po’ ci uto che le dopara ancò..!?"
– "..beh mi, ansi me mojer par la precisiòn…"
– (definitivo, infastidito, tendente all’incazzato) "…el proa dai Chinesi…(gira i tacchi e se ne va)"
Come costume dello scrivente "non mollo", non certo per il timore d’essere "boja" ma per il motivo che "son fatto così".
Quindi ?
Quindi…cercasi puntigliosamente "OVO de LEGNO"…Made in Italy !
Colonna attinente: http://www.youtube.com/watch?v=dR3kNG4rcGc
Colonna d’ambiente: http://www.youtube.com/watch?v=0Q7J4PgrRsY
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